1. INTRODUZIONE ALL’AGRICOLTURA SOCIALE
L’agricoltura sociale nasce da un movimento profondamente collegato con i diritti fondamentali della pari dignità e delle pari opportunità per tutti gli esseri umani dichiarati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite:
“Dichiarazione sui diritti delle persone disabili” (1975)
- “Programma mondiale d’azione per le persone disabili” (1982)
- “Principi per la protezione delle persone con disabilità mentale e il miglioramento dell’assistenza sanitaria mentale” (1991)
- “Regole standard delle Nazioni Unite sulla perequazione delle opportunità per le persone con disabilità” (1993).
Il termine agricoltura sociale definisce attività a breve o lungo termine che utilizzano risorse agricole come animali e piante per promuovere e generare servizi sociali nelle aree rurali. Esempi di questi servizi includono la riabilitazione, la terapia, il lavoro protetto, l’istruzione permanente e altre attività che contribuiscono all’inclusione sociale (J. Hassink e M. Van Dijk, 2006; F. Di Iacovo e D. O’Connor, 2009).
L’agricoltura sociale è apparsa nei paesi del nord Europa (ovvero Belgio e Paesi Bassi) a partire dal 1950 e si è presto diffusa in tutta l’Europa, organizzata anche all’interno di forum nazionali, a seguito di una crescente percezione degli impatti positivi sul benessere sia sociale che economico, in particolare nelle aree rurali periferiche (C. Gallis, 2013).
Sebbene le fattorie sociali si siano sviluppate in modo diverso nei paesi europei, tuttavia possono essere viste come un modo per affrontare esigenze sociali specifiche e promuovere schemi innovativi di sviluppo rurale che sono radicati nelle risorse rurali e nell’agricoltura multifunzionale, definita come agricoltura in grado di produrre svariati prodotti non merceologici oltre a fibre e alimenti e disponibile in tutta Europa. L’agricoltura sociale, coniugando l’ambiente agricolo con i servizi rurali periferici, sociali, educativi, riabilitativi e di cura, porta beneficio alla qualità della vita delle persone e alla loro inclusione sociale e lavorativa e rappresenta un’opportunità per gli agricoltori di ampliare e diversificare le loro imprese e i loro redditi, di aprire nuovi mercati e offrire servizi alternativi che vanno oltre la produzione di fibre e alimenti.
Il progetto mira a condividere e sviluppare un modello innovativo basato su buone pratiche provenienti da esperienze precedenti, principalmente focalizzate sul trattamento di persone autistiche (Progetto SWANS, 2011-2013), per estendere le procedure e i risultati a persone con differenti tipi di disabilità mentali e problemi sociali e innovare i materiali di formazione destinati ai professionisti interessati.
Un punto centrale dell’agricoltura sociale e delle fattorie sociali è anche la prevenzione dei disturbi mentali e la cura di bambini e ragazzi vittime di stigma, presi di mira dal bullismo o colpiti da depressione precoce e crollo dell’autostima.
La triade costituita dal Tutor, dal Responsabile e dall’Educatore Socio-sanitario di Fattoria Sociale è considerata il gruppo di lavoro essenziale per realizzare collaborazioni di successo per le buone pratiche di agricoltura sociale.
I principali utenti target sono agricoltori e studenti interessati ad imparare a gestire le fattorie sociali, tutor per il programma della fattoria sociale giorno per giorno, responsabili che detengono e/o gestiscono una fattoria sociale e educatori socio-sanitari che introducono i partecipanti svantaggiati negli spazi dell’azienda agricola, nei lavori e ai tutor che li devono seguire.
I formatori dei servizi di consulenza, i responsabili politici e i responsabili dei servizi socio-sanitari e delle misure di sviluppo rurale sono anch’essi interessati come gruppi target secondari.
Il corso, organizzato i moduli, è orientato alle competenze trasversali e alle competenze tecniche che consentono agli utenti target di gestire la formazione in azienda, l’alloggio e i servizi per le persone con bisogni speciali, avvalendosi di un uso misto di metodologie di formazione basate sul learning-by-doing sul posto e di tecnologie che utilizzano internet per la formazione a distanza.
2. VALORI DELLE FATTORIE SOCIALI PER I PARTECIPANTI
Le fattorie sociali fondono insieme ambiente agricolo e riabilitazione, assistenza, servizi sociali ed educativi e inclusione lavorativa, a beneficio della qualità della vita delle persone e della loro inclusione sociale.
Le fattorie sociali offrono attività diurne e lavoro (vigilato) e talvolta anche strutture abitative per partecipanti con ogni tipo di disabilità e svantaggio sociale.
Alcune fattorie sociali forniscono assistenza a una combinazione dei diversi gruppi target. Altre scelgono un gruppo target specifico.
Le fattorie sociali offrono orientamento a diversi gruppi di partecipanti, ad esempio:
- Persone con problemi psichiatrici
Persone con ritardo mentale - Persone che si stanno riprendendo da una dipendenza
Persone con difficoltà di apprendimento - Anziani
Bambini con o senza difficoltà di apprendimento e di sviluppo - Giovani con problemi comportamentali
Disoccupati di lunga durata - Immigrati/rifugiati
Sono già state fatte molte ricerche su ciò che i partecipanti sperimentano come qualità speciali in una fattoria sociale. Nelle prossime schede vengono descritti come esempio ciò che tre gruppi target sperimentano.
Ecco cosa le persone con un disturbo psichiatrico menzionano come qualità della fattoria sociale: l’essere trattati come persone normali, con rispetto, senza pregiudizi e non come pazienti. Ricevere feedback positivi e assumersi delle responsabilità dà fiducia. Potere lavorare con il proprio ritmo. L’agriturismo offre struttura, pace e spazio, meno stimoli, più libertà e un’atmosfera informale. L’opportunità di ritirarsi per un po’. L’opportunità di stabilire nuovi contatti e la diversità del gruppo di partecipanti.
Gli anziani menzionano il coinvolgimento e il rapporto personale con l’agricoltore. Poter fare un lavoro significativo ed essere parte della società. La fattoria offre una gamma più ampia di attività rispetto ai centri diurni tradizionali e questo ha un effetto attivante. La bellissima vista aperta. L’ambiente agricolo autentico attiva la memoria. La cordialità del gruppo. Sentirsi apprezzati.
I giovani
La ricerca mostra molti effetti positivi nei giovani con diversi problemi che vivono e lavorano (apprendimento esperienziale) nella fattoria sociale.
Contesto della fattoria:
Lontano dal proprio contesto (amici, assistenza ai giovani), modello di ruolo e coinvolgimento dell’agricoltore e della famiglia, essere rigettati su se stessi, ambiente strutturato a basso stimolo. Lavoro fisico e stimolante, acquisire esperienza. C’è meno aggressività nella fattoria che a scuola o nell’assistenza residenziale ai giovani. Sentirsi a casa in fattoria, più libertà e un’atmosfera informale.
Processo del Giovane:
Integrare esperienze positive in una nuova situazione (domestica), avere un ruolo da dipendente e non di partecipante, riflessione sul passato, aumento dell’autostima e della fiducia in se stessi, aumento del locus of control.
Diventare più indipendente, imparare a comunicare meglio, imparare a perseverare, a prendersi delle responsabilità, costruire una nuova rete.
Effetti:
Diminuzione dei problemi comportamentali, minore recidività, minore uso di sostanze, minore ricorso all’assistenza per i giovani. Al ritorno a scuola o al lavoro, recupero/miglioramento del contatto con i genitori, recupero della routine quotidiana, miglioramento nella scelta delle amicizie.
Le fattorie sociali si adattano bene alla filosofia dell’assistenza comunitaria, dell’educazione e della riabilitazione, dell’emancipazione e del recupero dei partecipanti. L’assistenza fornita nella fattoria si basa sull’uguaglianza, sul coinvolgimento, sulle opzioni, sulla compassione e sulla professionalità.
Ogni area di lavoro in un’azienda agricola ha attività e qualità specifiche. Per una fattoria sociale è importante sviluppare sufficienti varianti nelle attività e sfruttare al meglio le differenze tra queste aree di lavoro. Le qualità si manifestano appieno solo se il facilitatore stesso è entusiasta e può trasmettere questo entusiasmo ai partecipanti.
In una fattoria sociale è possibile creare luoghi in cui il lavoro è centrale: dove si può sfogare la propria energia, dove ci si esercita. Ma ci sono anche luoghi in cui il punto centrale è l’esperienza dello spazio verde, dove si può godere del silenzio, degli odori, dei colori e dei suoni (naturali). Entrambi i luoghi possono costituire un punto di accesso per sperimentare sicurezza, sfida e coinvolgimento.
Anche se ogni area di lavoro può variare quanto all’enfasi posta sulla “pressione sul lavoro o sull’atteggiamento verso il lavoro” e sull'”esperienza”, un’area di lavoro ha una maggiore pressione lavorativa e si presta maggiormente all’apprendimento di un atteggiamento lavorativo, mentre un’altra area di lavoro offre maggiori opportunità di esperienza. Oltre agli aspetti della percezione e della pressione sul lavoro, le aree di lavoro differiscono anche in altri aspetti, come le possibilità di contatto, le dimensioni dello spazio di lavoro e la prevedibilità del lavoro, come di seguito illustrato. Essere consapevoli di queste qualità e delle differenze caratteristiche tra le aree di lavoro offre ai supervisori l’opportunità di utilizzare le aree di lavoro in modo più specifico per i diversi partecipanti.
AREA DI LAVORO | ATTIVITÀ | CARATTERISTICHE | OBIETTIVI POSSIBILI E GRUPPI TARGET PER I QUALI L’AREA DI LAVORO È PARTICOLARMENTE ADATTA |
---|---|---|---|
Lavorare con i cavalli | Prendersi cura dei cavalli, pulire il letame, equitazione | Animale con cui si può sviluppare un forte legame | giovani; lavorare su una relazione; interazione sociale; sviluppare fiducia e fermezza, “imparare a dirigere la propria vita” |
Panificio | Fare l’impasto. Cuocere pane, biscotti e torte | Processo creativo. Attenzione e accuratezza | Sviluppare il ritmo di lavoro, l’attenzione, la precisione |
Giardinaggio | Seminare, piantare, vangare, trapiantare, zappare, diserbare, raccogliere | Ritmo stagionale. Vari ambienti: serra, erbe, fiori, orticoltura a pieno campo. | Comprensione dei propri processi. Vedere i movimenti nelle stagioni e nella vita |
Lavoro domestico, attività agrituristica |
Prerparare il caffè, il tè. Preparare il pranzo. Pulire. Lavare | Prendersi cura. Molti contatti. Collaborare in un piccolo spazio. Compiti ripetitivi | Adatta alle persone vulnerabili. Imparare a prendersi cura di se stessi |
Allevamento di bestiame | Portare il bestiame al pascolo, pulilre il letame, nutrire, mungere | Imprevedibilità degli animali. Fascino diretto degli animali. Legame con gli animali | Ripristinare la fiducia nelle persone ferite. Entrare in azione. Imparare i limiti. Sviluppare la “fermezza” |
Ristorazione, catering | Prendere e consegnare gli ordini. Gestione del registratore di cassa. Preparare panini, insalate | Contatti con i clienti, lavoro di rappresentanza. Situazioni impreviste. | Contatto con i clienti. Gestire complimenti e reclami |
Giardino ornamentale | Sistemazione e manutenzione dei terreni. Prendersi cura del giardino. Prendersi cura degli alberi |
Poca pressione sul lavoro. Spazio alla creatività. Prendersi cura. Visibile. Vicino casa |
Adatta alle persone vulnerabili. Imparare a fare le proprie scelte |
Gestione del paesaggio | Potare, legare. Manutenzione dei sentieri. Spaccare la legna |
Poca pressione sul lavoro. Lavoro fisico. Effetti visibili per un periodo più lungo |
“Terra” Acquisire forza fisica |
Lavorazione del latte | Fare formaggio, yogurt, ricotta Pulire. Riempimento ed etichettatura delle bottiglie Spazzolatura e rivoltamento dei formaggi |
Lavoro pulito e preciso. Spazio chiuso e isolato. Poche impressioni dall’esterno. Lavoro fisso, sempre uguale |
Sviluppare la struttura. Sviluppare precisione e prontezza. Imparare i limiti del perfezionismo |
Negozio | Vendere verdure, latticini. Prendersi cura dello spazio commerciale. Riassortimento. Contatto con i clienti. Gestione del registratore di cassa |
Contatti con i clienti. Rappresentante del negozio. Situazioni impreviste |
Contatto con i clienti. Gestire complimenti e reclami |
Tecnica | Armeggiare, assemblare, questioni tecniche |
Attività non verde. Intuizione tecnica richiesta |
Giovani; soprattutto ragazzi |
Il potere dell’agricoltura sociale nasce da questi aspetti: Stare insieme – All’aperto – Personale in modo semplice.
Questi tre aspetti, insieme, sono la forza dell’agricoltura sociale.
I partecipanti delle fattorie sociali indicano come caratteristiche di valore:
- Sono visto e ascoltato / Sento di appartenere a un luogo
Nella fattoria è proprio come nella vita normale - Ho la possibilità di imparare
- Faccio un lavoro utile
Nella fattoria faccio molto esercizio - C’è spazio e posso stare molto fuori
Il ritmo della fattoria mi dà qualcosa a cui aggrapparmi - Mangiamo sano insieme
La ricerca mostra che anche le famiglie dei partecipanti, gli agricoltori sociali e le altre persone coinvolte vedono questi valori fondamentali come ciò che dovrebbe essere centrale in una fattoria di cura.
3. IL TUTOR DI FATTORIA SOCIALE
Le attività della fattoria sociale saranno pianificate e adattate al partecipante sulla base di una valutazione psico-attitudinale preliminare effettuata dai servizi socio-sanitari e del relativo programma redatto dal Responsabile di Fattoria Sociale a seconda dell’offerta disponibile nella fattoria sociale, come ad esempio:
- giardinaggio e orticoltura,
- panificazione e pasticceria,
- cura degli animali,
- lavori in argilla, carta e legno, ecc.
Prima di fornire esempi dettagliati di attività sul campo e laboratori al coperto è importante spiegare ruoli, compiti e competenze trasversali necessarie del Tutor di Fattoria Sociale.
Il Tutor di Fattoria Sociale è una persona responsabile dell’organizzazione sul campo del programma individuale di riabilitazione/lavoro pianificato, concordato tra i servizi socio-sanitari e il responsabile della fattoria sociale.
All’inizio, un educatore inviato dai servizi socio-sanitari aiuterà il partecipante a familiarizzare con l’ambiente agricolo, a prendere confidenza con il tutor e ad acquisire una buona disposizione ad essere coinvolto nelle attività sul campo.
Questa collaborazione è fondamentale per avviare buoni rapporti di collaborazione tra il tutor e il partecipante e facilitare l’inclusione di quest’ultimo.
Più veloce sarà l’inclusione, più la presenza dell’educatore socio-sanitario verrà progressivamente ridotta.
Il Tutor di Fattoria Sociale dovrebbe possedere competenze specifiche e trasferibili necessarie per svolgere un lavoro (hard skills) e competenze trasversali (ovvero soft skills, come la capacità di comunicare bene, la capacità di essere un punto di riferimento affidabile per la persona che partecipa alle attività di agricoltura sociale).
- Competenze comunicative
- Accettazione di osservazioni professionali
- Capacità di cooperare/lavorare in squadra
- Capacità di partecipazione
- Empatia
- Competenze in materia di diversità
- Autoriflessione
- Competenza organizzativa
- Competenze di apprendimento
- Capacità di agire
- Responsabilità
Competenze comunicative: sapersi esprimere in modo comprensibile e orientato al destinatario e si riferisce alla propria volontà di scambiare idee con gli altri, di chiarire le cose verbalmente e di trasmettere conoscenze attraverso la comunicazione.
I risultati di apprendimento sono che il Tutor di Fattoria Sociale è in grado di:
- parlare utilizzando sia un linguaggio semplice che un linguaggio complesso
- comprendere sia un linguaggio semplice che un linguaggio complesso
- usare un linguaggio educato
- dare un feedback comprensibile e di apprezzamento (motivazione)
- usare un linguaggio calmo nelle situazioni di conflitto.
Accettazione di osservazioni professionali: questo è inteso da un lato come la capacità di dare alle persone osservazioni e consigli sia positivi che negativi nel senso della persona e della questione, e dall’altro come la capacità di accettare osservazioni e consigli nel senso della persona e della questione e di elaborarli in modo produttivo.
Risultati di apprendimento per il Tutor di Fattoria Sociale:
- accetta e utilizza le osservazioni per migliorare il proprio lavoro
- confronta il suo comportamento dopo aver ricevuto delle osservazioni
- è in grado di ascoltare osservazioni professionali
- è in grado di fare osservazioni professionali
- valuta correttamente il suo lavoro
Capacità di cooperare/lavorare in squadra: avere la capacità di cooperare significa avere un forte interesse per un risultato o un successo comune. Così facendo, ognuno contribuisce in base alle proprie capacità e conoscenze. L’attenzione si concentra sulla cooperazione, sull’imparare insieme. È importante anche essere aperti agli altri e avere la capacità di fare un passo indietro.
Risultati di apprendimento per il Tutor di Fattoria Sociale:
- è in grado di lavorare insieme a persone diverse
- sa che persone diverse hanno interessi diversi
- è in grado di accettarlo
- sa che quando si lavora insieme ci possono essere conflitti
- è in grado di accettarlo
Capacità di partecipazione: il sostantivo partecipazione significa “coinvolgimento” o “prendere parte”. Nel senso di prendere parte, il maggior numero possibile di persone è coinvolto in un processo decisionale.
In questo senso, capacità di partecipazione significa anche la volontà di essere parte del progresso e la volontà di partecipare attivamente.
Risultati di apprendimento per il Tutor di Fattoria Sociale:
- è interessato al suo ambiente
- è interessato a contribuire con se stesso e con la propria opinione.
Empatia: si riferisce alla capacità e alla volontà di riconoscere, comprendere ed entrare in empatia con le sensazioni, le emozioni, i pensieri, i motivi e i tratti della personalità di un’altra persona. Un termine linguistico generale corrispondente a questo è compassione.
Risultati di apprendimento per il Tutor di Fattoria Sociale:
- ascolta ed è aperto alle idee e alle prospettive degli altri
- sa cos’è l’empatia/compassione (distinguendo la compassione dalla pietà)
- controbilancia l’empatia con dei confini (professionali/lavorativi e personali/privati).
Competenze in materia di diversità: significa percepire consapevolmente le differenze tra le persone e valorizzarle nella loro diversità – indipendentemente dal genere, dall’orientamento sessuale, dall’età, dall’origine e dalla nazionalità, dalla religione e dall’ideologia o dalla disabilità.
Risultati di apprendimento per il Tutor di Fattoria Sociale:
- riconosce la differenza delle persone in quanto a religione, parola, sesso, età, espressività
- sa che la differenza fa parte della vita
- sa che la differenza porta nuove prospettive e arricchisce la propria vita.
Autoriflessione: significa esaminare attentamente e confrontare pensando a se stessi o al proprio comportamento, ponderando (quando è correlato a un’attività mentale).
Il verbo corrispondente è riflettere e sta per pensare, riflettere a fondo o soppesare.
Risultati di apprendimento per il Tutor di Fattoria Sociale:
- sa pensare e mettere in discussione il suo pensiero, il suo agire e i suoi sentimenti con l’obiettivo di scoprire di più su se stesso non solo come individuo, ma anche come parte di un sistema, ad esempio un gruppo di lavoro.
Competenza organizzativa: si riferisce al talento di essere in grado di pianificare e organizzare programmi e processi di lavoro per l’uso ottimale della manodopera. I talenti organizzativi stabiliscono le priorità, il che significa che i compiti importanti vengono eseguiti per primi e dopo vengono svolti quelli non importanti.
Risultati di apprendimento per il Tutor di Fattoria Sociale:
- è in grado di pianificare e organizzare il lavoro
- può dare supporto nella pianificazione
- può dare supporto nell’organizzazione dell’ambiente di lavoro.
Competenze di apprendimento: è un processo attivo, auto-diretto, costruttivo, situazionale e sociale:
- L’apprendimento richiede la partecipazione attiva del discente
- L’apprendimento richiede sempre la partecipazione del sé
- La conoscenza è sempre costruita. Le nuove conoscenze possono essere acquisite e utilizzate solo se integrate nelle strutture di conoscenza esistenti e interpretate sulla base dell’esperienza individuale.
- La costruzione della conoscenza avviene in contesti ed è connessa ad essi ; l’apprendimento è quindi situazionale.
- L’apprendimento avviene anche sullo sfondo di condizioni socio-culturali e spesso all’interno di un quadro sociale.
Risultati di apprendimento per il Tutor di Fattoria Sociale:
- è aperto a nuove esperienze di apprendimento e alla formazione continua (secondo il concetto che “non si smette mai di imparare”, apprendimento permanente)
- comprende i cambiamenti come parte della vita
- rimane curioso
- sa che gli errori sono un potenziale di apprendimento
Capacità di agire: La competenza all’azione è intesa come la prontezza e la capacità dell’individuo di comportarsi in situazioni professionali, sociali e private in modo opportunamente ponderato e individualmente e socialmente responsabile.
Risultati di apprendimento per il Tutor di Fattoria Sociale:
- cerca di risolvere i problemi
- si prende cura della propria salute
- si prende cura della salute degli altri.
Responsabilità: è principalmente la capacità di valutare le proprie capacità e le possibili conseguenze delle decisioni e di agire in modo tale che gli obiettivi attesi siano raggiunti con la massima probabilità.
Risultati di apprendimento per il Tutor di Fattoria Sociale:
- eseguire le attività in modo affidabile
- essere in grado di chiedere supporto quando necessario
- sapere agire con lungimiranza
- affrontare le situazioni difficili in modo prudente.
Il tutor di fattoria sociale non è una persona addestrata soltanto a condurre un lavoro basato su competenze hard (competenze e abilità agricole): il tutor di fattoria sociale deve anche migliorare le abilità sociali dei partecipanti (collaborazione e relazioni interpersonali).
A questo riguardo, la collaborazione all’interno della triade tutor di fattoria sociale/responsabile di fattoria sociale/professionista-educatore socio-sanitario, ciascuno con le proprie competenze, è una parte riguardevole della capacità di inclusione sul lavoro di una persona con disturbi mentali o sociali.
Condivisione e collaborazione sono le parole chiave per chi fa parte della triade di una fattoria sociale.
4. LAVORARE CON METODO
L’osservazione focalizzata è:
- Osservazione sistematica: significa osservare abbastanza a lungo e osservare in momenti diversi.
- Orientata agli obiettivi: le tue osservazioni dovrebbero essere indirizzate verso un obiettivo predeterminato. In questo modo puoi concentrarti su ciò che devi osservare.
- Accurata: l’osservazione deve descrivere il comportamento; il lettore deve essere in grado di capire ciò che è accaduto. Ecco perché dobbiamo presentare la situazione nel modo più accurato e completo.
- Obiettiva: Un’osservazione dovrebbe rappresentare la realtà il più fedelmente possibile. Ciò significa che bisogna rappresentare ciò che i propri sensi percepiscono limitandosi il più possibile ai fatti. Quindi è importante ciò che si vede e si sente, forse ciò che si percepisce al tatto e all’odorato e non ciò che si pensa e si prova, che invece sono quanto si espone in un’interpretazione.
Come osservatore ci sono diversi modi per partecipare alla situazione da osservare:
- Partecipazione attiva
Partecipazione passiva
Non partecipante
Registrare: Dopo aver osservato bisogna registrare ciò che si è osservato. Questo può essere fatto per mezzo di un’osservazione descrittiva, con schemi di osservazione, con schemi di valutazione o con una combinazione di questi metodi.
Rapporti: La presentazione delle informazioni spesso viene fatta su base giornaliera con il cosiddetto rapporto giornaliero. In aggiunta, vengono redatti piani di assistenza o di orientamento. Sulla base degli obiettivi contenuti nei piani di cura, si osserva in modo mirato, e anche nel rapporto giornaliero si riferisce in base agli obiettivi formulati.
Contenuto
Quando si comunica, bisogna sempre tenere conto del gruppo target. E’ probabile che i colleghi usino parole differenti rispetto a quando parlano con un membro della famiglia. Il rapporto deve essere il più obiettivo possibile. Questo è il motivo per cui prima si riportano i fatti, poi si dà la propria interpretazione. Tutti dovrebbero riconoscere la differenza tra le questioni principali e quelle secondarie.
A seguire, dai la tua interpretazione e conclusione.
Linguaggio
La struttura si crea per mezzo di frasi, paragrafi, capitoli, titoli e parole chiave.
Ai fini di una buona assistenza e/o un buon supporto, è importante lavorare secondo un piano, generalmente questo è indicato come lavorare metodicamente.
Le basi del lavoro metodico sono:
- Raccogliere le informazioni necessarie – osservazioni e rapporti giornalieri sono le tue principali fonti di informazione, ma usa anche il partecipante, la famiglia, altri professionisti
Identificare desideri, bisogni e problemi: di cosa ha bisogno il partecipante, cosa vuole il partecipante - Stabilire obiettivi – insieme al partecipante, obiettivi a breve e lungo termine
Pianificare le attività – rendere le attività concrete e fare una pianificazione - Monitorare i progressi – guardare le reazioni del partecipante, ma guardare anche se stessi in modo critico
- Valutare e adeguare l’assistenza e il supporto, se necessario.
Lavorare metodicamente è un processo ciclico:
Ciò significa che gli adeguamenti vengono effettuati sulla base della valutazione dell’assistenza/del supporto. Quindi il ciclo ricomincia raccogliendo informazioni, fissando obiettivi e così via.
Vantaggi del lavorare secondo un piano (metodicamente):
- Meno possibilità di errori perché c’è più controllo su ciò che accade e le persone possono/devono vedere più avanti
Aspettative chiare: tu ma anche gli altri sai/sapete cosa aspettarti/vi - Valutazione e miglioramento: le proprie azioni possono essere valutate meglio al fine di migliorarle, se necessario
Affidabilità e collaborazione
L’obiettivo di un’attività è quello di mantenere, migliorare, ampliare e approfondire o stabilizzare le capacità del partecipante. Occorre tenere sempre presente che le attività sono gli strumenti del tutor. Le attività non sono mai esse stesse l’obiettivo.
Il Piano delle Attività è sempre parte di un processo di lavoro pianificato (lavoro metodico), ovvero il tutor lavora:
Metodicamente: pensa alle attività, ai metodi, ai mezzi e agli obiettivi che vuole raggiungere (in relazione al partecipante)
Sistematicamente: coerente nelle azioni, lavora secondo una tabella di marcia (quando, con chi e per quanto tempo una certa azione)
All’interno un processo: tiene conto degli sviluppi nel tempo (ad esempio, “stiamo andando troppo lentamente o troppo velocemente?”, “il partecipante riesce a stare al passo con me?)
Quando si redige un piano di attività, occorre sempre considerare:
- Struttura: la sequenza logica di tutte le sotto-attività, al fine di completare l’attività
- Tempistica dell’attività: per quanto tempo, quando, come si inserisce in altre attività
- Forniture necessarie: materiali come legno, paglia, carta e quali strumenti sono necessari per l’attività
- Requisiti dei partecipanti: ogni attività ha il suo livello di difficoltà e abilità necessarie.
- Spazio: che tipo di spazio di lavoro è necessario per l’attività, sono necessari adeguamenti
- Sicurezza tecnica: ovvero regolamenti, materiali che vengono utilizzati, ma anche l’atteggiamento del tutor di fattoria sociale
- Sicurezza personale del partecipante: cioè zona di comfort, abilità del partecipante
- Personalità del partecipante, che determina anche quali attività fai e come le fai
Atteggiamento nella guida: per ogni partecipante è chiaro come affrontare le sue reazioni, come lamentele e stanchezza.
PASSAGGI DA SEGUIRE E DOMANDE A CUI RISPONDERE DURANTE LA STESURA DI UN PIANO |
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---|---|---|
Situazione di partenza | Chi è il partecipante, quali sono le possibilità e gli ostacoli Quali sono i bisogni/desideri, cosa significa l’attività per il partecipante Quali sono le tue osservazioni durante le attività con il partecipante |
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Formulare gli obiettivi | Quali obiettivi educativi si vuole raggiungere con il partecipante | |
Organizzazione | Aspetto pratico: Come si possono raggiungere gli obiettivi, a cosa pensare dal punto di vista pratico (vedere foglio numero ….) Aspetto educativo: come sarà la guida per il partecipante |
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L’attuazione | L’attuazione dell’attività è stata conforme al piano preparato | |
La valutazione | Qual è stato il valore dell’attività Gli obiettivi sono stati raggiunti Cosa dovrebbe essere diverso la prossima volta (valutazione del processo) |
* Vedere il manuale per il dettaglio delle domande di supporto ed esempi di piani di attività
5. MODELLI DI SUPPORTO E ORIENTAMENTO
Colloquio motivazionale: è una metodologia che aumenta la motivazione dei partecipanti a cambiare comportamento esplorando e riducendo i sentimenti contrastanti, o ambivalenza, riguardanti il cambiamento, aumentando così l’impegno per il cambiamento.
Comunicazione focalizzata sulla soluzione: come suggerisce il nome, la comunicazione è focalizzata sul futuro, orientata agli obiettivi e si concentra sulle soluzioni, piuttosto che sui problemi. Aiuta i partecipanti a cambiare costruendo soluzioni piuttosto che concentrandosi sui problemi.
Comunicazione nell’autismo: è una comunicazione su misura per il modo specifico in cui le persone con disturbo dello spettro autistico (ASD) elaborano e comunicano le informazioni. La comunicazione crea comprensione e rispetto e quindi un contatto positivo, che ha come risultato lo sviluppo. Questo modo di comunicare è utile e applicabile per ogni età e intelligenza, per chiunque abbia autismo e per chiunque abbia bisogno di chiarezza.
Modello di competenza sociale: Lavorare sulla base del modello di competenza significa che il tutor di fattoria sociale si concentra sull’aumento delle competenze, cioè sul collegamento e sul rafforzamento dei (potenziali) punti di forza del partecipante e/o dell’ambiente circostante. L’accento è posto su un approccio positivo: riguarda l’apprendimento di nuovi comportamenti, con l’obiettivo finale che un individuo possa acquisire un posto utile e significativo nella società.
Il colloquio motivazionale si basa su quattro principi. Il tutor lavora a partire da questi quattro principi. Non come un trucco, ma intrinsecamente convinto che questi elementi siano essenziali per aiutare l’altra persona.
- Collaborazione: partecipante e tutor lavorano insieme sulla base di una vera uguaglianza. Sebbene le loro competenze differiscano, entrambi sono esperti e hanno bisogno l’uno dell’altro. Il partecipante è un esperto di se stesso e della sua vita quotidiana.
- Accettazione: L’atteggiamento accettante del tutor cerca di consentire all’autonomia del partecipante di funzionare a pieno regime.
- Compassione: il tutor fa di tutto per servire gli interessi e il benessere del partecipante nel modo più ottimale possibile.
Elicitazione: il tutor cerca di indagare e comprendere espressamente i pensieri e i sentimenti del partecipante al fine di scoprire e rafforzare la sua motivazione intrinseca (ovvero obiettivi, desideri e aspettative).
Nel colloquio motivazionale cinque abilità sono descritte come abilità di base, e sono:
- Porre una domanda aperta: ciò invita il partecipante a raccontare la sua storia. La domanda inizia con un avverbio interrogativo: come?, cosa?, dove?, quale?.
- Ascolto riflessivo: lo scopo della riflessione è quello di restituire al partecipante ciò che ha detto o ha inteso e mostra che hai ascoltato e che stai cercando di capire l’altra persona. Quello che ti sento dire è…
- Confermare: descrivere ciò che sta andando bene e ciò che ha successo gioca un ruolo importante nel processo di cambiamento.
- Riassumere: si dimostra di aver ascoltato ed è un modo per strutturare la conversazione
- Dare informazioni e consigli, con il permesso del partecipante: chiedere sempre il permesso prima di dare informazioni, vedere cosa sa già il partecipante. Questa tecnica aiuta a dare informazioni a cui il partecipante è aperto, che ascolterà e che saranno possibilmente utili.
Evocare dichiarazioni auto-motivazionali è un obiettivo primario del colloquio motivazionale. L’obiettivo è quello di aiutare il partecipante ad identificare e risolvere l’ambivalenza in modo che lui o lei possa andare avanti.
Strategie per evocare il discorso sul cambiamento:
Porre domande evocative aperte: la cui risposta è probabile che sia un discorso sul cambiamento. In che modo questo problema ti riguarda?
Richiedere elaborazioni/esempi: quando emerge un tema di discussione sul cambiamento, chiedi maggiori dettagli. Fai un esempio di come appare una buona giornata?
Esplorare l’equilibrio decisionale: Quali sono i pro e i contro del fare dei cambiamenti?
Domande retrospettive: chiedere informazioni riguardo ad un tempo precedente l’insorgere del problema. In che modo le cose erano migliori/diverse prima…?
Utilizzare la scala del cambiamento: per esplorare la disponibilità al cambiamento. Su una scala da 1 a 10, quanto è importante per te cambiare [il comportamento specifico in oggetto], dove 1 non è affatto importante e 10 è estremamente importante?
Ricercare gli estremi: Quali sono le cose migliori (o peggiori) che potrebbero accadere se fai questo cambiamento?
* Vedere il manuale per altri esempi sulla comunicazione focalizzata sulla soluzione
Il punto centrale della comunicazione focalizzata sulla soluzione è che l’attenzione è sulla situazione desiderata, non sul problema; sui successi, non sui fallimenti; risorse e capacità, non debolezze e limitazioni. I piccoli passi diventano chiari, sulla strada per quel futuro desiderato. E’ un metodo pratico, orientato al futuro e ampiamente applicabile.
Dal problema al desiderio: lasci andare il problema per un po’ e ti concentri sul risultato desiderato. Cosa vuoi invece del problema? (anche se potresti non sapere ancora come), cosa sarà diverso allora?
Riconoscere l’altro: Per te come professionista, questo significa ascoltare molto attentamente la storia dell’altra persona e riconoscere che il cambiamento a volte è più difficile di quanto sembri perché qualcuno ne ha passate tante o perché c’è una limitazione. Significa anche che ti connetti sempre con le possibilità e le impossibilità dell’altro. Quindi puoi lavorare a partire dall’accettazione e potete esplorare insieme dove si trovano i desideri e le possibilità.
Specchio: Nei contatti tenere sempre uno specchio verso l’altro. Rispecchiando si focalizza la propria attenzione su qualcosa e la si rinforza. È quindi importante chiedersi cosa si vuole rispecchiare. Cosa si vuole che l’altra persona veda in quello specchio? Concentrandosi sempre su ciò che funziona, si stimola l’altra persona a farlo di più e la si rende più forte in modo che possa essere in grado di affrontare ciò che non sta (ancora) andando bene. Invece di consigliare e risolvere, connettersi sempre con ciò che funziona per l’altra persona. In questo modo la si aiuta ad aiutare se stessa.
Connettersi: Connettendosi alle idee e ai desideri dell’altra persona, non si deve trainare il carrello, ma ci si unisce al movimento che è già lì. L’altra persona guida e tu zumi focalizzando i cambiamenti giusti, riconoscendoli e amplificandoli. Prestando particolare attenzione a ciò che sta andando bene e amplificandolo, ove possibile, si lavora su una base solida da cui è possibile raggiungere gli obiettivi.
Ci sono molte tecniche utilizzate nella comunicazione focalizzata sulla soluzione per trasferire la consapevolezza del partecipante sulla focalizzazione sul futuro e su una soluzione. Queste tecniche includono la domanda del miracolo, le domande di coping, le eccezioni al problema, i complimenti e l’uso di scale, che sono spiegati più dettagliatamente di seguito:
Domanda del miracolo: è una tecnica che richiede pratica, ma il formato è: Posso farti una domanda strana? Andrai a casa, cenerai, guarderai la televisione e poi andrai a dormire. Mentre stai dormendo succede un miracolo. Ti svegli la mattina . . . . . e come ti accorgeresti che i problemi con cui stavi lottando sono scomparsi?
Questa domanda può aiutare ad identificare e ottenere una maggiore comprensione di quale sia il problema e di come questo stia influenzando la persona e può fornire motivazione per volere andare avanti e superarlo, dopo aver immaginato come potrebbe essere svegliarsi senza di esso (De Shazer et al., 1986).
Domande di Coping
Le domande di coping sono domande che il professionista userà per comprendere come la persona è riuscita a far fronte a qualcosa.
Esempi di domande di coping includono: “Dopo tutto ciò che hai passato, mi chiedo cosa ti abbia aiutato a farcela e a tenerti a galla durante tutto questo?”; “Mi sento di chiederti, cos’è esattamente che ti ha aiutato in tutto questo finora?” Queste domande inducono il partecipante ad identificare le risorse che ha disposizione, incluso notare la forza interna che lo ha aiutato a farcela finora, di cui potrebbe non essere stato consapevole prima (De Shazer et al., 1986).
Complimenti
Ciò implica che il tutor ascolti attivamente il partecipante per identificare e riconoscere i suoi punti di forza e ciò che ha fatto bene, e quindi li rifletta sul partecipante, riconoscendo allo stesso tempo quanto sia stato difficile per lui. Il tutor userà complimenti diretti (in reazione a ciò che il partecipante ha detto), ad esempio, “fin qui è fantastico!”, “wow, è fantastico”.
Scale
Il tutor chiederà al partecipante di valutare la gravità del proprio problema o questione su una scala da 1 a 10. Questo aiuta sia il professionista che il partecipante a visualizzare dove si trovano rispetto al problema o alla questione.
“Su una scala da 1 a 10 dove valuteresti la tua attuale capacità di raggiungere questo obiettivo?”; ‘Da 1 a 10 come valuteresti i tuoi progressi nella ricerca di un lavoro?’; “Puoi valutare il tuo attuale livello di felicità da 1 a 10?”.
* Vedere il manuale per altri esempi di comunicazione nell’autismo
Comprendere l’Autismo: Vuoi un contatto positivo con il partecipante. Quindi è importante che tu impari a capire l’autismo del partecipante. Il partecipante non è in grado di adattarsi a te. Ecco perché, in primo luogo, tu devi adattarti a lui. Immergendoti nel suo modo di pensare, impari cosa vuole dire e di cosa ha bisogno per essere in grado di ascoltarti. Ciò creerà una base sicura e verranno gettate le basi per un contatto positivo. Come forse saprai, nelle persone con autismo l’elaborazione delle informazioni è frammentata. Tutti riceviamo le informazioni in pezzi separati, il nostro cervello ricompone quei pezzi in un insieme logico. Nelle persone con autismo, i disturbi ostacolano l’elaborazione delle informazioni. Ciò significa che non tutte le informazioni arrivano contemporaneamente nel cervello di una persona con autismo e che spesso è difficile mettere insieme il puzzle. Se il puzzle rimane incompleto, è difficile capire esattamente cosa fare. C’è anche una mancanza di coesione.
Ci sono 5 passaggi fondamentali da prendere in considerazione quando si comunica un compito a una persona con autismo:
Occorre dire concretamente COSA dovrebbe essere fatto, COME dovrebbe essere fatto il compito, DOVE dovrebbe essere fatto, QUANDO dovrebbe essere fatto e (con) CHI. Questo consente a CASS di scervellarsi meno e fornisce chiarezza. Specificando questi punti, laiuti CASS a incollare i pezzi giusti del puzzle nella sua testa e a risolvere il puzzle.
Utilizza queste domande se desideri maggiore chiarezza e prevedibilità o se desideri fissare un appuntamento. La formulazione, ovviamente, dipende dall’evento, dalla situazione o dal soggetto. Con queste 5 domande hai uno strumento utile per ottenere maggiore chiarezza e prevedibilità nella vita dei partecipanti.
Alcuni consigli
- Sii esplicito, ad esempio non dire “partiamo subito”, ma “in 5 minuti partiamo”.
- Evita di usare metafore, le persone con autismo spesso prendono le parole alla lettera. “Avere un nodo allo stomaco” non significa molto per qualcuno con autismo. Dì esattamente cosa intendi.
- Assicurati che i tuoi messaggi verbali e non verbali non si contraddicano tra loro. Dire “sì” e allo stesso tempo scuotere la testa invia un segnale confuso.
- Mantieni una distanza fisica sufficiente. Le persone con autismo sono spesso ipersensibili agli stimoli sensoriali e possono farsi prendere dal panico quando vengono toccate.
Usando la tecnica di comunicazione nell’autismo, porti coerenza tra le parti di un compito.
Fai un piano dettagliato passo-passo per la persona con autismo: questo creerà chiarezza e serenità.
La visualizzazione può essere uno strumento importante quando si crea un piano passo-passo.
Inoltre, con l’aiuto di pittogrammi è possibile rendere il piano passo-passo specifico secondo le esigenze.
Questo modo di comunicare funziona molto bene anche quando si lavora con persone con malattie mentali.
Tecniche per insegnare al partecipante varie abilità:
A. Suddividere le abilità in fasi
Descrivi i diversi passaggi che compongono un’abilità in termini osservabili. Massimo 4/5 passaggi per abilità, altrimenti occorre suddividerla di nuovo in più abilità.
B. Dare un feedback su un comportamento adeguato (non puoi mai farlo abbastanza)
Fai un commento positivo o incoraggiante.
Sii specifico su ciò che il partecipante sta facendo bene.
Indica perché questo è positivo (menziona le conseguenze positive per il partecipante).
C. Dare un perché
Rendilo breve e conciso.
Deve riguardare il comportamento appropriato. (Quindi non dare un perché per il comportamento indesiderato!)
Connettiti all’esperienza del partecipante.
D. Suggerimento comportamentale:
1. Connettersi; 2. Dire ciò che il partecipante ha fatto bene; 3. Essere specifici su ciò che il partecipante ha fatto meno bene; 4. Dare il proprio suggerimento (o chiedere un’alternativa); 5. Dare un perché; 6. Verificare se il partecipante può mettere a frutto questo suggerimento.
E. Istruzione correttiva:
1. Connettersi; 2. Dire ciò che il partecipante fa bene; 3. Dire ciò che il partecipante non fa bene; 4. Spiegare qual è il comportamento appropriato; 5. Dare un perché; 6. Chiudere la conversazione.
F. Istruzione con dimostrazione e pratica
Raccogliere informazioni (sulla situazione in cui è necessaria l’abilità desiderata).
Dimostrare (il tutor svolge il ruolo del partecipante).
Mettere in pratica (imitare, il/la partecipante è se stesso/a).
G. Sistemi di feedback
Ad esempio, la carta punti è un sistema di feedback in cui il partecipante può guadagnare punti per un comportamento adeguato utilizzando la carta. Destinato a strutture residenziali.
H. Strutturazione delle attività
È un intervento che allevia il compito. Quando i deficit di competenze non possono essere compensati. Ciò rende le attività più chiare e gestibili. Lo si può fare:
- Dividendo le attività in sotto-attività
- Offrendo una prospettiva temporale
- Chiedendo aiuto al contesto
- Facendo le cose insieme
* Vedere il manuale per ulteriori informazioni di base sull’approccio del modello di competenza sociale
Ambivalenza: lo stato di avere sentimenti contrastanti o idee contraddittorie su qualcosa o qualcuno.
Autismo: è un disturbo pervasivo congenito dello sviluppo caratterizzato da limitazioni nell’interazione sociale e nella comunicazione (non) verbale e da un modello di comportamento limitato, ripetitivo o stereotipato.
Empatia: è la capacità di comprendere e condividere i sentimenti di un altro.
Emancipazione: è vista come un processo: il meccanismo attraverso il quale le persone, le organizzazioni e le comunità acquisiscono padronanza delle loro vite.
Motivazione intrinseca: è l’atto di fare qualcosa senza evidenti ricompense esterne. Lo fai perché è piacevole e interessante, piuttosto che a causa di un incentivo esterno o di una pressione a farlo, come ad esempio una ricompensa o una scadenza.
Apprendimento esperienziale: è il processo di apprendere facendo, attraverso l’esperienza.
Pittogramma: è un simbolo o un’immagine che prende il posto di un testo. Il suo uso è quindi chiamato anche linguaggio visivo.
Agricoltura sociale: definisce attività a breve o lungo termine che utilizzano risorse agricole come animali e piante per promuovere e generare servizi sociali nelle aree rurali.
Responsabile di fattoria sociale: può essere definito come una persona responsabile della pianificazione e della gestione di un programma di agricoltura sociale.
Tutor di fattoria sociale: può essere definito come una persona che è addestrata a lavorare con persone con una varietà di esigenze e abilità in un contesto di agricoltura sociale.
Professionista socio-sanitario: può essere definito come un dipendente di cooperative socio-sanitarie specializzate nell’assistenza di persone con bisogni particolari.
Gruppo target: si tratta di un gruppo specifico di persone che un’organizzazione o un’istituzione desidera raggiungere con un’offerta o un programma specifico.
Triade: un gruppo o un insieme di tre persone o cose correlate.
Persone vulnerabili: persone con punti deboli o svantaggi.
Giovane: un giovane di entrambi i sessi, non ancora adulto.
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