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SocialFARMS - Activities for Rural Management Services. A project co-funded by the Erasmus+ Programme of the European Union.
SOCIAL FARM ACTIVITIES FOR RURAL MANAGEMENT SERVICES COURSE

1. INTRODUZIONE ALLA GESTIONE DELLE FATTORIE SOCIALI

L’Agricoltura Sociale affonda le sue radici nei valori di solidarietà e comunità del mondo rurale e dell’ambiente naturale ed è multifunzionale, coniugando la tradizionale funzione di produzione alimentare con la capacità di favorire la riabilitazione di persone con disturbi mentali e sociali (Van der Ploeg J., 2003, Pascale A., 2009).

Questo riferimento storico è stato sviluppato in un quadro teorico generalmente chiamato Green Care e definito come un processo attivo (e non un’esperienza puramente passiva in un ambiente naturale) che ha lo scopo di migliorare o promuovere la salute fisica e mentale e il benessere. (Nilsson K., Baines C. e Konijnendijk C., 2007)

La gestione delle fattorie sociali si è sviluppata a partire da questi concetti, come specifico quadro teorico e pratico di conoscenze, competenze e abilità per agricoltori professionisti specializzati in questo tipo di attività e nei percorsi terapeutici riabilitativi rivolti a persone vulnerabili con esigenze particolari che coinvolgono servizi socio-sanitari, comunità locali, uffici per l’impiego e famiglie.

Come categoria professionale, il Responsabile di Fattoria Sociale è quindi un imprenditore con conoscenze di alto livello nel campo dei percorsi riabilitativi per persone con disabilità mentali e con disagio sociale attraverso l’inserimento lavorativo all’interno di ambienti agricoli adattati a questo scopo.

La gestione delle fattorie sociali ha molte dimensioni ed elementi diversi che affrontano le diverse esigenze di persone con differenti tipologie di svantaggio nel loro percorso riabilitativo individuale e personalizzato: ad esempio, due di loro che partecipano alle stesse attività possono beneficiarne in modi diversi.

È necessario, quindi, descrivere i processi interessati al fine di definire l’intervento per mostrare come le diverse dimensioni e processi sono correlati e in che misura i diversi approcci all’interno del contesto Green Care sono interconnessi.

Questo approccio teorico e preliminare sarà condiviso e discusso con i responsabili dei servizi socio-sanitari in modo che il Responsabile di Fattoria Sociale possa adattare il programma formativo e riabilitativo ai differenti soggetti secondo le indicazioni degli psichiatri e degli psicologi che inviano le persone in inserimento, spiegando il programma ai genitori e organizzando l’agenda quotidiana insieme al Tutor di Fattoria Sociale.

Il Responsabile di Fattoria Sociale (RFS) può essere definito come la persona responsabile della pianificazione e della gestione del programma delle attività agricole rivolte a persone con bisogni particolari in collaborazione con i servizi socio-sanitari.

In qualità di imprenditore, se titolare, o in qualità di dirigente, nel caso sia un dipendente che svolge tale compito per conto del titolare dell’azienda agricola, intraprenderà tutte le iniziative atte a rendere la fattoria idonea ad accogliere, formare e avviare al lavoro persone vulnerabili all’interno di un percorso riabilitativo.

Sotto questo aspetto, il Responsabile di Fattoria Sociale può essere considerato, in termini di competenza, come un fornitore di corsi di formazione in fattoria e di inserimento lavorativo finalizzati all’inclusione e alla riabilitazione, indirizzati a persone vulnerabili con differenti tipologie di disturbo mentale, sociale o comportamentale.

In qualità di imprenditore sociale, sarà capace non solo di gestire attività agricole pianificate e adattate a persone con differenti tipi di disabilità mentale, ma sarà anche in grado di motivare e guidare il Tutor di Fattoria Sociale (TFS) e di creare un clima di empatia nello svolgimento del programma della fattoria di cura per i partecipanti, partendo dalle loro capacità di inclusione e di integrazione (Soft Skills) e migliorando le loro esperienze quotidiane di apprendimento sul campo (Hard Skills).

Il Responsabile di Fattoria Sociale si occuperà di:

  • adattare l’ambiente della fattoria agricola per ospitare persone con esigenze particolari;
  • programmare le attività della fattoria sociale secondo il piano individuale di inserimento;
  • gestione, tutoraggio e formazione delle risorse umane interne;
  • curare i rapporti con le cooperative sociali, le associazioni dei genitori e le singole famiglie;
  • portare avanti i rapporti con i servizi per il lavoro e i servizi socio-sanitari;
  • partecipare a reti di agricoltura sociale.

2. ADATTARE UN’AZIENDA AGRICOLA ALL’AGRICOLTURA SOCIALE

Una base teorica per iniziare a pensare all’adattamento della fattoria sociale a persone con bisogni particolari è necessariamente legato ad una conoscenza dei modelli di Qualità della Vita (Quality of Life – QoL).

Nelle scienze sociali, la QoL si riferisce al benessere materiale e ai sentimenti delle persone sull’adeguatezza del proprio stile di vita. Nelle scienze mediche, la QoL si riferisce alla qualità della vita correlata alla salute (Health-Related Quality of Life – HRQoL) in cui gli attributi dello stato di salute e i fattori della qualità della vita sono enfatizzati e interconnessi (Lawton M. P., 1983).

La QoL è alta quando le speranze e le aspettative sulla propria capacità di funzionamento corrispondono alla situazione percepita (McDowell I., 2006).

I modelli della QoL possono essere utilizzati per supportare l’allocazione delle risorse e per valutare l’impatto delle decisioni politiche (Rogerson R., 1995).

QoL Models can be used to assist resource allocation and to assess the impact of policy decisions (Rogerson R., 1995).

Nell’assistenza sanitaria la QoL è una misura di risultato utilizzata per valutare gli esiti del trattamento principalmente dal punto di vista del paziente, distinguendo così gli effetti del programma a seconda delle diverse persone con risultati che possono essere confrontati misurando la loro QoL anche in caso di effetti avversi.

Il piano di adattamento della fattoria sociale includerà tutte le implementazioni e le modifiche necessarie per trasformare una fattoria convenzionale in un luogo accessibile alle persone con divari mentali e sociali, comodo per il loro lavoro e il loro tempo libero.

Campi, spazi aperti, edifici e strutture dovrebbero essere rivisti analiticamente secondo i principi di una progettazione per tutti basata sull’accessibilità, ispirata ad esempio alle esperienze di ENAT (https://www.accessibletourism.org/), e adattati in modo da essere confortevoli per le persone con esigenze particolari e favorevoli al loro inserimento lavorativo.

Tutte le attività di cura previste saranno basate ovviamente sulla stagionalità dei lavori e sulle condizioni meteorologiche in modo che la programmazione possa essere anche leggermente variata in termini di rinvio di alcune attività all’aperto sostituite da attività al chiuso, ma sempre seguendo un programma mirato a ciascun tirocinante.

Congiuntamente alla piena attenzione al miglioramento delle competenze trasversali, come la fiducia reciproca e le buone relazioni, la pianificazione individuale della fattoria sociale deve potenziare anche le competenze tecniche basate sull’affiancamento al lavoro con un Tutor di Fattoria Sociale e sull’adempimento dei compiti assegnati.

Uno schema generale di QoL per l’adattamento delle aziende agricole può essere progettato a partire dai fattori chiave da prendere in considerazione prima di iniziare l’inserimento e il relativo programma individuale. I principali fattori consistono nell’analisi dei tipi di disagio (disturbi mentali, comportamentali o sociali), nella valutazione delle competenze trasversali, degli interessi e dei potenziali talenti del tirocinante con esigenze particolari e nella condivisione con la famiglia del programma individuale. Questa fase sarà gestita insieme ai servizi socio-sanitari e porterà a una relazione individuale delle caratteristiche, a un programma di formazione e inserimento e a una tabella di marcia per l’inserimento che include l’analisi dei compiti, l’osservazione continua del programma giornaliero e i relativi rapporti. I risultati saranno condivisi, analizzati e discussi con i servizi socio-sanitari e con la famiglia.

L’agricoltura sociale è intesa come una specifica terapia occupazionale e del tempo libero in un contesto verde che sostiene l’inserimento dei tirocinanti con menomazioni di diverso tipo e favorisce la loro evoluzione verso una vita soddisfacente e produttiva non strettamente dominata dalle loro prestazioni lavorative ma che unisca l’attività lavorativa al benessere.

L’attività quotidiana di una persona può essere fortemente limitata a causa di diverse problematiche, come una malattia mentale, un ambiente di lavoro oppressivo o difficoltà della vita sociale, come nel modello Persona-Ambiente-Occupazione-Prestazioni (Person-Environment-Occupation-Performance – PEOP. Christiansen L. et al, 2005 ).

L’analisi ex ante dei fattori chiave, quale attività preliminare che il Responsabile di Fattoria Sociale deve svolgere in collaborazione con i servizi socio-sanitari, porta ad una conoscenza approfondita delle tipologie di menomazione da affrontare, costituendo quindi il quadro di riferimento per il programma individuale per far fronte a tipologie di disagio che possono essere previste e superate.

L’adattamento dell’azienda, che sarà generalmente basato su ambienti di lavoro e di svago non stressanti, per quanto riguarda i programmi individuali sarà focalizzato sull’affrontare le specifiche tipologie di menomazione che possono ostacolare un buon inserimento.

Le conoscenze di base e la consapevolezza riguardanti le tipologie di menomazione richieste al Responsabile di Fattoria evidenziano l’importanza di collegare la valutazione ex ante con il programma individuale adattando la formazione e l’ambiente di lavoro alle caratteristiche e allo stato cognitivo del tirocinante.

I disturbi cognitivi sono una categoria di disturbi della salute mentale che colpiscono principalmente capacità cognitive quali l’apprendimento, la memoria, la percezione e la risoluzione dei problemi. I disturbi cognitivi dello sviluppo o disturbi dell’apprendimento sono comunemente suddivisi in “lievi”, “moderati”, “gravi” e “profondi” e queste categorie si basano sul Quoziente Intellettivo (QI).

Le disabilità di apprendimento lievi e moderate sono spesso definite come un QI compreso tra 35 e 69 e le disabilità di apprendimento gravi come un QI di 34 o inferiore con compromissione del funzionamento adattivo con esordio dall’infanzia.

A partire dalla valutazione del QI, tutti i tipi di menomazione vengono analizzati a fondo dai servizi socio-sanitari e un Educatore di Fattoria Sociale accompagnerà il tirocinante nell’inserimento e nella formazione dall’inizio fino al suo completo adattamento al luogo e alle attività lavorative. Queste funzioni e questi compiti specifici saranno descritti nel Modulo 3 di questo corso.

A partire dalla valutazione ex ante sulle tipologie di menomazione del tirocinante, il Responsabile di Fattoria Sociale adatterà i vari ambienti di lavoro e i laboratori al programma individuale che sarà condiviso con i servizi socio-sanitari.

Il programma individuale sarà ispirato a una visione basata sull’inclusione sociale, l’integrazione e la riabilitazione delle persone vulnerabili con l’obiettivo di impostare un piano di lavoro adattato alle caratteristiche specifiche, come i tipi di disabilità mentali o di problemi sociali, gli interessi e i talenti emergenti del tirocinante, con un piano formativo e di inserimento personalizzato che verrà svolto giorno per giorno in affiancamento al Tutor di Fattoria Sociale.

Compito del Responsabile di Fattoria Sociale sarà quindi, dopo il piano di adattamento, anche il coordinamento delle attività quotidiane che devono essere svolte dai tirocinanti con il supporto del Tutor di Fattoria Sociale e gli eventuali cambiamenti basati sulla valutazione continua dei risultati.

La fattoria sociale sarà adattata nel migliore dei modi così da renderla un luogo confortevole, accessibile e sicuro per ospitare attività di formazione e lavoro di persone vulnerabili, ciascuna collocata e seguita secondo il proprio programma individuale personalizzato.

Un’attenzione preliminare sarà riservata agli spazi esterni delle zone di lavoro e di inserimento della fattoria sociale, con uno specifico controllo per l’eliminazione di piante velenose, spinose o che possano essere fonte di pericolo o di reazioni allergiche e dell’eventuale vegetazione troppo fitta che possa ostacolare il movimento e l’esplorazione visiva.

La stessa attenzione è necessaria nei locali in cui i tirocinanti con esigenze particolari trascorreranno il loro tempo di lavoro o di riposo, in modo da evitare loro qualsiasi tipo di stress, mancanza di comfort o rischio per l’incolumità.

Oltre a queste questioni pratiche da esaminare e risolvere, i partecipanti devono anche sentirsi benvenuti, al sicuro e a proprio agio, in un ambiente naturale, confortevole e culturalmente sensibile.

L’accessibilità fisica, cognitiva e sociale sono tutte particolarmente importanti per le fattorie sociali in cui gli spazi verdi sono destinati all’uso da parte di persone vulnerabili e adattati in base alle loro specifiche menomazioni.

La riabilitazione psico-educativa mira ad insegnare competenze e abilità che influenzano gli aspetti cognitivi. Una fattoria sociale ben adattata deve prendere in considerazione non solo i limiti ma anche i vantaggi derivanti dallo stimolare l’autonomia e la crescita indipendente del tirocinante.

Ogni attività pianificata deve essere misurabile rispetto alle capacità acquisite durante lo svolgimento di compiti specifici o apprese attraverso le attività lavorative e del tempo libero, includendo la comunicazione funzionale e la comunicazione interpersonale. Ciò implica che tutte le competenze relazionali, funzionali, professionali ed operative apprese dal tirocinante grazie alle attività svolte dovrebbero essere disponibili, adeguate e ripetibili per successivi compiti e contesti relazionali uguali o simili.

Il ruolo del Responsabile di Fattoria Sociale non si limiterà quindi all’adattamento della fattoria e all’organizzazione dei programmi individuali per i tirocinanti ma consisterà anche nel monitoraggio delle attività gestite dal Tutor di Fattoria Sociale e nell’apportare eventuali modifiche al programma secondo un processo di valutazione in itinere svolto in collaborazione con l’Educatore di Fattoria Sociale e i servizi socio-sanitari.

Il progetto SWANS ha creato un modello di inserimento lavorativo fattibile per persone autistiche con vari gradi di problemi di socializzazione e diverse competenze e abilità, contribuendo così al monitoraggio degli strumenti di valutazione, delle difficoltà operative connesse con i contesti lavorativi e dei metodi di supporto e tutoraggio per superare tali ostacoli (Canalicchio M., De Clercq H., Howlin P., Montagnoli L., Peeters T., Pierini A., et al., 2013).

Il progetto SocialFARMS mira a dimostrare che il modello e gli strumenti di gestione creati per le persone con disturbi dello spettro autistico (DSA) possono essere utilizzati per altre categorie di persone con vari tipi di disturbo mentale, sociale e comportamentale e specificamente sviluppati dalla triade composta dal Responsabile, dal Tutor e dall’Educatore di Fattoria Sociale all’interno di contesti di fattoria sociale come luoghi ideali per il collocamento riabilitativo e la formazione.

Il Progetto Terapeutico Riabilitativo Individualizzato (PTRI, in inglese Individual Therapeutic Rehabilitation Project – ITRP) pone la persona al centro ed è elaborato all’interno di un gruppo di lavoro multidisciplinare, con ruoli e competenze complementari, a partire dalla valutazione ex ante delle tipologie di menomazione e delle abilità delle persone con bisogni particolari da inserire e formare per renderle più autonome, socievoli e qualificate.

L’accessibilità è un fattore di adattamento persona-ambiente e si riferisce al grado in cui persone con abilità diverse possono accedere all’ambiente.

Possiamo riferirci a tipi di abilità differenti, intese come atteggiamenti, capacità, competenze o talenti ma possiamo più in generale definirle pratiche o teoriche, entrambe legate a capacità cognitive riferite all’ambiente in cui si trovano le informazioni necessarie per pensare e agire in maniera comprensibile per gli utenti, coinvolgendo abilità sociali e professionali interconnesse che diano accesso alla conoscenza e al lavoro.

Il diagramma di flusso qui sotto mostra le connessioni che portano ai bisogni professionali e all’occupabilità passando attraverso i programmi di inclusione e riabilitazione delle fattorie sociali.

3. PIANIFICAZIONE DELL’AGRICOLTURA SOCIALE

Le fattorie, i seminativi e le serre circostanti possono diventare un luogo perfetto da adattare per l’inserimento di persone con diversi tipi di menomazione.

Gli animali da cortile possono offrire l’opportunità di impegnare persone con problemi mentali e sociali nella loro cura e gestione.

Nella maggior parte dei casi non è necessario modificare radicalmente gli assetti produttivi ma solo predisporre percorsi di lavoro fattibili per ospitare adeguatamente tirocinanti con bisogni particolari e adattare il lavoro quotidiano alle loro caratteristiche e ai loro comportamenti.

I campi aperti possono essere limitati all’interno di piccoli appezzamenti di terreno dove le attività lavorative e formative possono fornire quotidianamente l’evidenza del lavoro svolto e i risultati posso essere condivisi tra il tutor e il tirocinante o all’interno di un gruppo.

Gli orti, le piccole produzioni di ortaggi e di erbe aromatiche sono molto utili per questo tipo di approccio terapeutico individuale e di gruppo perché possono essere gestiti ed lavorati in modo molto pratico dal tutor in collaborazione con uno o più tirocinanti.

Pianificare una produzione di fattoria sociale indirizzata al mercato solidale e sostenuto dalla comunità, ai mercati del contadino o al mercato al dettaglio in generale, è ovviamente più ambizioso, come percorso terapeutico individuale o di gruppo, che produrre per il consumo interno, perché significa affrontare il mercato e vendere ai consumatori prodotti alimentari con un marchio di fattoria sociale e, in caso di produzione biologica, ottenere la relativa certificazione.
Tale approccio dovrebbe quindi essere considerato come un’opportunità per l’impiego di persone con disabilità ospitate nelle fattorie sociali e indirizzate verso un’attività lavorativa economica, includendo quindi negli obiettivi della cooperativa anche lo scopo finale dell’impiego.
Ciò implica la scelta della configurazione giuridica della fattoria sociale, ad esempio cooperativa sociale che coinvolge come membri e lavoratori persone con vari tipi di menomazione.

All’interno dell’Unione europea esistono legislazioni differenti che definiscono diversi tipi di cooperativa sociale (vedi lo stato dell’arte di SocialFARMS in Austria, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Turchia).

Dovrebbe essere fornita una panoramica generale dell’azienda agricola per descrivere l’offerta potenziale, i percorsi pratici sul campo e in laboratorio, partendo dalla presentazione riassuntiva di tutte le strutture e i servizi disponibili.

Più in dettaglio, si dovrebbe presentare il funzionamento della fattoria sociale: le colture e gli animali sono al centro delle attività agricole, quindi il modo di presentare la loro disponibilità e il loro adattamento attraverso il percorso riabilitativo centrato sulla persona è, per il Responsabile di Fattoria Sociale, un approccio chiave.

L’agricoltura sociale è comunemente associata all’agricoltura biologica o integrata: la visione sui tipi di processo e di prodotti agricoli può integrare quindi la missione dichiarata come fattoria sociale focalizzando in maniera specifica il modo in cui i tirocinanti con bisogni particolari sono coinvolti direttamente e in sicurezza nelle attività della fattoria.

Questo approccio educativo e formativo si chiama learning-by-doing (“imparare facendo”) e si basa su un progetto ben fatto che sarà eseguito da un Tutor di Fattoria Sociale con uno o più tirocinanti, accompagnato nel primo periodo di inserimento da un Educatore di Fattoria Sociale (vedi Modulo 3), inviato dai servizi socio-sanitari o da una cooperativa sociale, incaricato di favorire l’inserimento al lavoro della persona da formare.

Partendo dal considerare l’agricoltura sociale come una forma di imprenditorialità sociale, è importante comprendere che una fattoria sociale dovrebbe combinare insieme un modello di affari (Business Model – BM) incentrato sulle soluzioni in ambito sociale e un piano d’impresa (Business Plan – BP) incentrato sugli aspetti economici.

L’approccio sociale ed economico è quindi fondamentale per rendere sostenibile una solida combinazione tra l’attività primaria e l’attività di fattoria sociale, attraverso la redazione, la revisione e l’aggiornamento del business plan come passaggio fondamentale nel processo di conversione di un’azienda agricola tradizionale in una fattoria sociale.

Questo approccio specifico mostra somiglianze e differenze tra un piano aziendale economico classico e uno di fattoria sociale combinato con un modello business.

È quindi importante evidenziare le peculiarità di un piano aziendale agricolo orientato all’agricoltura sociale.

Per la costituzione e la gestione di una fattoria sociale è necessaria una conoscenza approfondita dei fattori interni, esterni e istituzionali, come da schema sottostante:

Business model canvas per fattorie sociali

(modificato da L’Agricoltura si eleva al quadrato,2018 ed. Ali&no, B.Torquati, A. Tittarelli, V.Vizioli, C.Paffarini)

Un albero delle decisioni viene comunemente considerato un buon approccio per avviare un’impresa di fattoria sociale ed analizzarne la fattibilità

Il piano d’impresa di una fattoria sociale non differisce tanto dal piano d’impresa di una fattoria tradizionale o, parlando in generale, da quello di una piccola azienda. Tuttavia una parte importante dipende dalle modifiche apportate o necessarie per adattare la fattoria agli ospiti e ai tirocinanti con esigenze particolari.

La differenza principale tra un’azienda agricola e un’azienda agricola di cura è che, nel secondo caso, il Responsabile di Fattoria Sociale è impegnato nel benessere sociale piuttosto che nella pura redditività economica.
Un’altra differenza da considerare è che potrebbero esserci costi aggiuntivi dovuti a esigenze specifiche corrispondenti a tipi di problemi mentali e sociali da affrontare (queste differenze saranno presentate nel Modulo 3).

D’altra parte, un valore aggiunto può essere rappresentato dal ruolo etico riconosciuto alla fattoria sociale, con corrispondenti sussidi e sostegno da parte dei servizi socio-sanitari e delle istituzioni pubbliche locali e la preferenza data da cittadini e consumatori ai prodotti del commercio equo e solidale e alle iniziative sostenute dalla comunità, con l’opportunità di trasformare uno svantaggio in un vantaggio competitivo.

Ambito e Budget: definisci chiaramente quale sarà l’ambito generale del tuo progetto di fattoria sociale (ad esempio: razionale, obiettivi, risultati finali, fonti finanziarie, budget). Tieni presente che i diversi elementi della valutazione dell’ambito possono essere modificati durante lo sviluppo del progetto.

Work Breakdown Schedule (scomposizione strutturata del progetto): crea una rappresentazione grafica che può aiutarti a suddividere l’ambito del progetto in diverse sezioni e attività (ad esempio, usa un modello canvas).

Diagramma di Gantt: definisci una linea temporale che rappresenti in ordine cronologico le diverse fasi e i compiti del progetto.

Piano di comunicazione: questo dovrebbe essere tenuto presente soprattutto per le relazioni esterne e il coinvolgimento delle parti esterne interessate (stakeholder) dal tuo progetto di fattoria sociale.

Gestione del rischio: identifica i potenziali rischi del progetto, categorizzali in base alla loro probabilità e gravità e cerca di definire le azioni per prevenirli e/o mitigarne gli effetti.

Dopo aver esaminato attentamente l’ubicazione, i terreni e i locali da acquistare, affittare e costruire o, se si tratta di una proprietà di famiglia, adattare, è molto importante fissare visione, idee e obiettivi con cifre concrete corrispondenti al proprio budget. Per pianificare correttamente un business plan per una fattoria sociale è utile predisporre uno strumento di pianificazione che comprenda:

  • budget per i) acquisto (terreni e/o locali), ii) costruzione, adattamento o ristrutturazione, iii) impianti di illuminazione, riscaldamento, condizionamento e idraulico, iv) altre attrezzature, v) strutture dell’agriturismo (cucina, soggiorni attrezzati,…), vi) giardini e parchi, vii) altre strutture esterne, ecc.
  • spese per i) costi fissi (tasse e imposte, costi del personale per la stagione attiva, sulla base dei dati per tipologia di personale, salari medi e contributi sociali, con previsione di costi crescenti nel periodo dei due o tre anni successivi); ii) parte fissa delle spese per i servizi di luce, acqua, telefono e internet; iii) costi pubblicitari per il primo anno di pubblicità, nonché per la pubblicità di supporto negli anni successivi.
  • spese per: costi variabili stimati per l’impresa, calcolati come percentuale dei ricavi derivanti dalla vendita dei prodotti e dei servizi della fattoria sociale.

Principali fattori finanziari di un business plan per una fattoria sociale:

  • capitale di base e finanziamenti da investire per il restauro e l’adattamento;
  • capitale di prestito necessario per l’investimento/sfruttamento dell’azienda agricola sociale;
  • fonti di finanziamento, compresi anche i fondi europei, rimborso del prestito, ecc.

Budget di base dell’azienda agricola sociale:

a) reddito annuo stimato, prezzo per un giorno di alloggio con (o senza) vitto, prezzo medio del pacchetto di servizi complementari; tasso di occupazione previsto; aumento previsto dei clienti per un periodo di 2–3 anni dall’inizio;

b) costi fissi stimati per anno, tasse e imposte, costi del personale per la stagione attiva, parte fissa delle spese per energia elettrica, acqua e servizi telefonici/internet; spese pubblicitarie;

c) costi variabili stimati per l’impresa, calcolati come percentuale dei ricavi: i) elettricità e acqua, circa il 10% dei ricavi dalla vendita di alloggio e servizi di ristorazione della fattoria sociale, ii) spese per prodotti alimentari e altri prodotti necessari per la cucina, ~30% dei ricavi dei servizi di ristorazione per i clienti, iii) altri costi variabili, per materiali igienici, materiali di consumo per pulizia e lavaggio e altri materiali, ~5% dei ricavi dell’alloggio. Tutte queste cifre possono essere inserite in una matrice.

In base a questa semplice applicazione, uno specifico business plan di una fattoria sociale si concentra sui tipi di fattori interni, istituzionali ed esterni che regolano questo settore.

A causa di questa specificità, un Business Model Canvas può essere uno strumento efficace per progettare un business plan dettagliato che includa relazioni e fattori specifici da esaminare.

I Servizi socio-sanitari sono responsabili della sanità pubblica e gli specifici servizi gestiti da psichiatri e psicologi sono quindi responsabili delle persone con diversi tipi di disturbo mentale, sociale o comportamentale che possono essere incluse in Progetti Terapeutici Riabilitativi Individualizzati (PTRI) basati sull’inserimento lavorativo e sostegno individualizzato (Individual Placement and Support – IPS) e inviate a una fattoria sociale che presenti strutture e servizi affidabili e ben adattati a tipi specifici di esigenze.

Alcuni requisiti rilevanti per la realizzazione del PTRI saranno verificati e valutati durante il collocamento sulla base dei rapporti del Tutor di Fattoria Sociale e dell’Educatore di Fattoria Sociale all’interno di una collaborazione tra il Responsabile di Fattoria Sociale e i servizi socio-sanitari.

La valutazione continua verifica fin dall’inizio il percorso inclusivo a partire dai responsabili della riabilitazione quotidiana, le relazioni giornaliere e settimanali sul lavoro svolto, le osservazioni e i commenti, la valutazione periodica da parte dei servizi socio-sanitari e la comunicazione alle famiglie sui risultati in corso.

L’Individual Placement Support (IPS) si basa su una metodologia learning-by-doing che deve essere dimostrata e che sarà valutata dai servizi socio-sanitari secondo la pianificazione della fattoria sociale seguendo le linee guida del PTRI.

Il percorso di inclusione sul lavoro sarà supervisionato dall’Educatore di Fattoria Sociale, il cui compito principale è volto a facilitare il percorso riabilitativo, l’adattabilità e la fiducia in se stesso del tirocinante con bisogni particolari.

Nella prima fase del collocamento questo supporto è fondamentale e il Responsabile di Fattoria Sociale avrà vari incontri con i servizi socio-sanitari a cui parteciperà anche l’Educatore di Fattoria Sociale che sarà incaricato di accompagnare il tirocinante.

Il Responsabile di Fattoria Sociale condividerà e gestirà il collocamento individuale pianificato corrispondente al PTRI presentato dai servizi socio-sanitari.

Un portfolio fatto di brochure, immagini e filmati sarà utile per dimostrare il livello di adattamento alle varie caratteristiche più consono ad includere una persona specifica (tutti i dettagli sulle attività e sui tipi di valutazione sono forniti nel Modulo 3).

Data l’importanza che riveste per le persone vulnerabili l’essere assistite da una persona nota per un tempo continuo e lungo, è altamente raccomandato che il Tutor di Fattoria Sociale assegnato a una persona specifica o a un piccolo gruppo da addestrare per l’esecuzione di programmi agricoli personalizzati sia una risorsa umana interna, a part time o a tempo pieno, a seconda del tipo di impegno o contratto.

Nella fase iniziale della fattoria sociale, il ruolo del tutor potrebbe anche essere svolto direttamente dal responsabile della fattoria, in particolare nelle fattorie piccole, mediante l’organizzazione di attività per persone con bisogni particolari che coinvolgano gli educatori inviati dai servizi socio-sanitari o dalle cooperative sociali (vedi Modulo 3).

In caso di indisponibilità di una risorsa interna, il Tutor di Fattoria Sociale potrebbe essere un professionista ingaggiato all’esterno (in outsourcing), con una precedente esperienza di agricoltura sociale. In questo caso, questi organizzerà le attività della fattoria sociale pianificate in collaborazione con il Responsabile di Fattoria Sociale per un periodo abbastanza lungo e continuo da rendere i tirocinanti sicuri e a proprio agio rispetto all’ambiente della fattoria sociale e in grado di completare un intero ciclo di attività.

Nel caso in cui nelle attività di agricoltura sociale siano coinvolte anche altre persone che lavorano nella fattoria con compiti produttivi diversi, queste devono essere formate per fare da tutor a persone con disabilità e per acquisire le competenze trasversali necessarie per avere relazioni positive, piacevoli e amichevoli con loro. In questo caso, il ruolo del Responsabile di Fattoria Sociale sarà focalizzato sulla supervisione delle attività della fattoria sociale direttamente o in stretta relazione con l’educatore socio-sanitario che accompagna il tirocinante.

Le capacità del Responsabile di Fattoria Sociale si basano sia sulle competenze imprenditoriali, nella gestione e supervisione delle attività pianificate, individuali o di gruppo, della fattoria sociale, sia sulle competenze trasversali relative alla comunicazione con il personale direttamente coinvolto nella formazione, come il Tutor di Fattoria Sociale e l’educatore inviato dai servizi socio-sanitari a supporto della persona da integrare.

Nel caso in cui il Tutor di Fattoria Sociale sia una risorsa umana interna, questi sarà formato dal Responsabile di Fattoria Sociale o da centri di formazione esterni che forniscano un corso specialistico di agricoltura sociale.

È importante che la fattoria sociale sia come una famiglia felice, con un sentimento comune, solidale e orgoglioso di vivere il lavoro e il tempo libero come un’unica cosa.

La pianificazione di una fattoria sociale si basa su una grande esperienza fatta di lavoro sul campo e di relazioni. Nell’agricoltura sociale, le attività sul campo per la riabilitazione nascono da una corretta ed efficace collaborazione con tutte le persone e le istituzioni coinvolte.

Uno schema può essere utile per fissare un’idea delle organizzazioni e delle persone coinvolte prima di creare un piano di attività sul campo per un’offerta di programma di fattoria sociale.

I servizi socio-sanitari forniscono: trattamenti, terapie e progetti individuali; coinvolgono: servizi sociali e équipe di salute mentale specializzati nella riabilitazione di persone con varie menomazioni o problemi sociali.

Le ONLUS forniscono: inclusione sociale, integrazione comunitaria, potenziamento delle competenze trasversali, supporto linguistico; coinvolgono: operatori sociali e di riabilitazione da droga e alcol, cooperatori per il sostegno ai rifugiati.

Le organizzazioni per l’istruzione e la formazione forniscono: corsi scolastici con sostegno, istruzione non formale, ambiente di lavoro e strutture per bisogni particolari; coinvolgono: scuole, centri di formazione, cooperative sociali, famiglie.

I servizi per l’impiego forniscono: inclusione assistita al lavoro, competenze agricole; coinvolgono: servizi per l’impiego, enti di riabilitazione, programmi occupazionali di lavoro protetto.

Il Responsabile di Fattoria Sociale, avendo una bozza di pianificazione delle attività su campo e di laboratorio mirate a persone con esigenze particolari, entra in contatto con enti e persone conosciute o potenzialmente coinvolte, che possono essere schematicamente elencate come di seguito:

  • cooperative sociali, esistenti in tutti i paesi europei in base alle diverse leggi nazionali, hanno uno status riconosciuto per fornire servizi a persone con diversi tipi di disturbo mentale o sociale e rapporti diretti con i servizi socio-sanitari locali e le famiglie, fornendo loro assistenza e lavoro direttamente o in collaborazione con centri autorizzati, rifugi e fattorie di cura.
  • associazioni di genitori, cresciute in tutta Europa, sono collegate a organizzazioni di beneficenza, oppure indipendenti e focalizzate su tipi specifici di disabilità o di problemi, a volte sono sostenute da fondazioni che forniscono loro risorse finanziarie e servizi di consulenza.
  • famiglie, che sono spesso proattive e organizzano direttamente o cercano servizi individuali dedicati, spazi di inclusione sociale e opportunità di formazione/lavoro con la consulenza dei servizi socio-sanitari.

Tutti questi contatti sono fondamentali per condividere e testare proposte di agricoltura sociale e per avere un approccio concreto al cliente ed essere connessi come le gocce in un ambiente acquatico accogliente.

Dopo l’adattamento dell’azienda sulla base dei diversi tipi di disabilità, a partire dai gruppi target con bisogni particolari, è necessario impegnarsi per creare percorsi di fattoria sociale inclusivi e adeguati alle caratteristiche dei partecipanti.

Tale compito sarà di competenza del RFS a partire dai Progetti Terapeutici Riabilitativi Individualizzati (PTRI) basati sull’Inserimento e Sostegno Individualizzato (IPS) concordati con i servizi socio-sanitari e condivisi con la famiglia del tirocinante.

Il RFS pianificherà il percorso riabilitativo individuale in collaborazione con il TFS e l’Educatore di Fattoria Sociale (EFS) per ogni singolo collocamento, fissando compiti e obiettivi distribuiti all’interno di attività settimanali e quotidiane ed implementati attraverso programmi adattati di fattoria sociale di campo e di laboratorio.

L’agricoltura sociale è un approccio efficace e innovativo per migliorare l’inclusione sociale di persone con diversi tipi di svantaggio o condizioni di emarginazione ma, per raggiungere i risultati di una riabilitazione di successo del tirocinante, l’ambiente agricolo deve essere adattato allo scopo.

La creazione di percorsi di fattoria sociale inclusivi attraverso l’organizzazione di programmi sul campo e di laboratorio sociale su misura per i tirocinanti, è un compito chiave del RFS.

4. PROGRAMMI DI AGRICOLTURA SOCIALE IN CAMPO ED IN LABORATORIO

L’agricoltura sociale è stata sviluppata in tutta Europa secondo leggi o norme nazionali e regionali, ispirate a modelli teorici ed esperienze pratiche differenti a seconda dei paesi, ma con approcci simili.

Partendo da questo quadro generale, è possibile raccogliere dalle esperienze nazionali schemi essenziali di programmi di fattoria sociale sul campo e in laboratorio, creando un utile portfolio di evidenze per il lavoro del Responsabile di Fattoria Sociale.

Gli aspetti comuni dell’agricoltura sociale in Europa dipendono dalla domanda sociale di assistenza, riabilitazione e cura, intesi come beni pubblici che possono essere messi a disposizione dal sistema agricolo multifunzionale.

In quanto area dell’agricoltura multifunzionale, l’agricoltura sociale fornisce alla società beni pubblici di natura sociale in forma di ampliamento degli spazi di cura e riabilitazione al di fuori degli ospedali e dei rifugi tradizionali, all’interno di una dimensione comunitaria verde.

Nel loro insieme, i programmi di fattoria sociale sul campo e di laboratorio possono essere considerati una parte notevole e innovativa degli sforzi compiuti a partire dalla metà del secolo scorso per recuperare pazienti con disturbi intellettivi o problemi sociali al momento del reinserimento in una vita sociale al di fuori degli ospedali psichiatrici.

Le fattorie sociali possono realizzare programmi sul campo e di laboratorio, attività all’aperto e al chiuso.

L’allevamento di animali e le coltivazioni sono le attività agricole più comuni e quindi le più utilizzate per le attività all’aperto.

Gli animali da cortile sono dipendenti dalla presenza umana e adeguatamente addestrati possono costituire un’ottima base per la pet therapy, l’ippoterapia o l’onoterapia, particolarmente rilassanti per persone con conseguenze di stigma, traumi o stress.

Le coltivazioni in campo, l’orticoltura, le piante officinali per lo più realizzate come agricoltura biologica e giardinaggio, possono essere un’esperienza di lavoro gratificante, coinvolgente e semplice da implementare con persone con diversi tipi di menomazione intellettiva, sintomi di malattie mentali dell’invecchiamento o difficoltà di inclusione sociale.

I prodotti alimentari, dal campo alla tavola, anche utilizzando ricette tradizionali, possono offrire una doppia possibilità: una straordinaria attività formativa di laboratorio alimentare e prodotti alimentari di qualità e fatti in casa per il mercato etico.

L’agriturismo, consistente in servizi ricettivi, prodotti alimentari e servizi turistici rurali per i turisti nelle aree rurali, può anch’esso essere un punto di forza per una fattoria sociale, aggiungendo valore alla formazione e all’occupabilità delle persone con disturbi mentali o sociali e al reddito.

Anche le aree di relax e svago sono spazi molto importanti da mettere a disposizione dei tirocinanti per concedere loro una pausa dalle attività lavorative.

Gli animali di fattoria sono normalmente utilizzati per la produzione piuttosto che per scopi terapeutici, ma possono essere considerati un ambiente speciale grazie alle solide relazioni tra uomo e animale.

Rispetto ad altri contesti agricoli, gli ambienti di allevamento degli animali offrono diversi tipi di attività e interazione tra persone e animali.

L’attenzione può essere principalmente concentrata sul normale lavoro produttivo agricolo, come l’alimentazione degli animali, la pulizia delle stalle, la mungitura delle vacche, ecc.

Questo lavoro in fattoria ha però anche un effetto psicologico positivo poiché è stato dimostrato che interagire con gli animali durante lo svolgimento di queste attività può anche facilitare un contatto amichevole e comunicativo con gli animali.

I progressi dovrebbero essere misurati con un monitoraggio da parte di specialisti, adattando il lavoro con flessibilità a seconda della condizione quotidiana del tirocinante.

Gli animali possono essere particolarmente efficaci nel trattamento di persone con diversi tipi di disabilità, integrando il sistema sanitario tradizionale con la cura con animali, detta anche attività assistite con animali (AAA) in quanto stimolano una risposta assistita dagli animali.

I cani o i gatti sono comunemente usati come animali domestici, ma anche gli animali da cortile, come polli, conigli, cavalli e asini o, meno comunemente, i porcellini d’India e gli alpaca possono avere una forte empatia con gli umani.

A differenza dell’AAA, le terapie assistite con animali (animal assisted therapies – AAT) sono trattamenti psicologici e psichiatrici specializzati gestiti e valutati da specialisti, con l’aiuto di animali da allevamento addestrati, che possono ridurre la depressione e l’ansia ed aumentare la fiducia in se stesse nelle persone con menomazioni.

Gli effetti positivi per le persone con disturbi mentali e affettivi o depressione clinica sono documentati nella letteratura scientifica, per cui è utile per i tirocinanti con diverse tipologie di menomazione eseguire esercizi da semplici a più complessi nella gestione e cura interattiva degli animali.

Le persone con disabilità mentali o problemi sociali possono essere attratte dall’interazione con gli animali in quanto il loro contatto è spontaneo e non soggetto ad alcun tipo di stigma come può essere con altre persone.

La fattoria sociale dovrebbe essere adattata in modo che i contatti e le esperienze con gli animali da cortile possano essere stabiliti in un contesto sicuro e accessibile e i tirocinanti possano sviluppare la fiducia in se stessi e una solida relazione con gli animali per ulteriori interazioni con loro.

Un posto di lavoro sicuro mentre ci si prende cura degli animali da allevamento è il modo giusto per coinvolgere i tirocinanti con menomazioni.

A seconda del grado di apprendimento e di interesse, il tirocinante sarà incluso passo dopo passo in tutte le principali attività lavorative in condivisione del lavoro con il Tutor di Fattoria Sociale e il monitoraggio dell’Educatore.

Uno dei maggiori benefici emotivi dell’AAT è l’abbinamento dell’attenzione sulla persona con menomazione e sull’animale e la loro relazione attraverso la cura reciproca.

I vantaggi dell’AAT sono:

  • Miglioramento della fiducia in se stessi, dell’empatia e della stabilità emotiva
  • Riduzione dello stress, dell’ansia e dei sentimenti di isolamento o solitudine
  • Aumento dei sentimenti di sicurezza, felicità e umore positivo.

Un portfolio di evidenze comprensivo di immagini e video, ovviamente rilasciati nel rispetto della privacy, può essere molto utile per illustrare e valutare le AAA e/o le AAT disponibili in azienda.

Il portfolio sarà un riferimento costante per il rapporto individuale e offrirà un’analisi comparativa (benchmarking) delle diverse attività, dei loro benefici e del loro possibile adattamento a seconda dei diversi tipi di disabilità mentale o di problemi sociali.

Il Responsabile di Fattoria Sociale ha la responsabilità complessiva della cura degli animali nonché del processo riabilitativo rivolto ai tirocinanti assistiti che saranno coinvolti nella cura quotidiana degli animali (cibo, acqua, esercizio e ricoveri puliti).

Una buona igiene e cura sono regole che dovrebbero essere applicate coinvolgendo il tirocinante come in un gioco concreto e serio, in cui si fornisce acqua pulita e potabile, un’alimentazione buona e sufficiente in base alle esigenze nutrizionali degli animali, una corretta toelettatura e si mantengono puliti la stalla ed il recinto.

Se gli animali sono animali da branco (come pecore, capre, alpaca, ecc.), ce ne saranno almeno due per evitarne la solitudine.

Tutte queste conoscenze dovrebbero essere trasmesse ai tirocinanti attraverso la pratica (learning-by-doing), rendendoli partecipi e responsabili della cura degli animali.

Campo e serra sono ambienti agricoli privilegiati per le attività di formazione delle fattorie sociali.

L’agricoltura biologica è il processo più idoneo avendo caratteristiche di trattamenti naturali delle colture e di arricchimento del suolo che garantiscono sicurezza e qualità ai prodotti.

L’agricoltura biologica può essere svolta in pieno campo o anche in serra, ma è comunque fondamentale che venga spiegato chiaramente ai partecipanti ai programmi quali sono i passaggi e i compiti assegnati e si faciliti il processo di learning-by-doing.

Un appezzamento di coltivazioni sarà utile allo scopo di fornire al tirocinante un’idea visiva degli orti e dei frutteti.

L’orto, il campo o il frutteto, avranno un disegno razionale con fasce di terreno distinte per ciascuna delle specie e varietà coltivate, e cartelli con foto e nome delle piante, nonché la sequenza delle cure quotidiane, così che sarà facile per il tirocinante riconoscere immediatamente la pianta e tenerla in memoria per continuare il lavoro nei giorni successivi.

L’orto è un angolo di fattoria dove si coltivano tutte le erbe e gli ortaggi utilizzati per la preparazione dei cibi.

Questo spazio può essere gestito dal tirocinante secondo un programma, partendo dalla mappa delle piante officinali e aromatiche e degli ortaggi necessari e dalla loro rotazione stagionale.

La gestione del programma sarà discussa e attuata con i tirocinanti coinvolti nella condivisione del lavoro, passando attraverso il lavoro in affiancamento e proseguendo poi con responsabilità autonome.

Un corso preparatorio con l’aiuto di immagini su cartelli preparerà alla semina, alla piantagione, alla coltivazione e alla cura dell’orto.

La partecipazione del tirocinante sarà incoraggiata fin dall’inizio come esercizio pratico di conoscenza dal ciclo vitale delle piante fino al loro utilizzo per la preparazione dei cibi.

Un «must» di una fattoria sociale è un laboratorio di conoscenza e degustazione di cibi tradizionali.

I laboratori alimentari, come «dal grano al pane e alla pasta» e «dal nettare al miele» possono fornire ai tirocinanti conoscenza e esperienze dirette attraverso il processo di learning-by-doing.

Il tipo di laboratorio alimentare dipende ovviamente dalle specifiche competenze e capacità del gestore dell’azienda e del personale coinvolto, ma anche dal tipo di disabilità o disagio sociale e dall’interesse personale del tirocinante.

Le attività di apicoltura possono risultare inquietanti, per esempio come ambiente per una persona con disturbi dello spettro autistico, a causa della potenziale paura delle api o delle situazioni imprevedibili che possono prodursi, ma la comprensione dell’importanza delle api per l’impollinazione e della bontà e delle caratteristiche salutari dei loro prodotti, miele, pappa reale, polline e così via, possono essere appresi e anche la persona autistica potrebbe essere orgogliosa di partecipare all’estrazione del miele e alla conservazione in vasi.

A base di cereali, e in particolare di farina di frumento, il pane è l’alimento più consumato al mondo e da migliaia di anni fa parte della dieta umana.

Anche la pasta fatta in casa è una tradizione in molti paesi, utilizzando principalmente grano duro.

Il pane e la pasta si possono fare facilmente in fattoria in un laboratorio casalingo dove si può preparare l’impasto e si può cuocere il pane nel forno, mentre la pasta, spesso fatta anche impastando farina e uova, si lascia asciugare un po’ prima di essere bollita.

Ci sono molte ricette per pane e pasta a seconda dei paesi e delle regioni, quindi un laboratorio dai cereali al pane e alla pasta può essere facilmente allestito in una fattoria sociale ovunque.

La magia dell’impasto, quando si fa il pane o la pasta, sta nel coinvolgimento di persone con differenti tipi di menomazione che possono sperimentare direttamente questi processi ed essere orgogliosi dei propri risultati tangibili,: pane o pasta che è possibile consumare tutti insieme.

Questa idea di comunità, dal campo alla tavola, è molto importante per l’inclusione e la riabilitazione.

Un laboratorio per la produzione di pane, pasticceria e pasta, è abbastanza facile da allestire in una fattoria sociale come attività che consente alle persone con menomazioni di apprendere le abilità e le capacità necessarie.

Lo spazio interno prescelto dovrebbe essere sufficientemente ampio da consentire alle persone di lavorare in condizioni di sicurezza in affiancamento, considerando almeno tre persone, il tirocinante, il tutor e l’educatore.

Il laboratorio di panificazione e pasta sarà separato ma vicino al magazzino dove si trovano gli ingredienti, in modo che tutto il processo sia facilmente comprensibile e tenuto a mente dal tirocinante, che dovrebbe diventare sempre più sicuro dell’ambiente di lavoro e delle operazioni.

Si partirà dalle regole igieniche (HACCP), che saranno disegnate su poster per facilitare una rapida comprensione delle sequenze e dovranno essere correttamente comprese e seguite dal tirocinante.

Nel caso di una produzione non solo per uso interno, ma anche rivolta a clienti, ovvero rivenditori e/o mercati equo solidali, ulteriori questioni di cui occuparsi saranno gli imballaggi e la tracciabilità della filiera alimentare.

Gli animali sono sempre un valore aggiunto per una fattoria sociale, contribuendo a creare un ambiente favorevole generalmente molto sereno per persone con menomazioni o problemi sociali.

Dai pascoli alle recinzioni, ai ricoveri e alla sala di mungitura, la gestione di mucche, pecore o capre può essere molto utile per un percorso formativo inclusivo e riabilitativo.

L’intera pianificazione giornaliera deve essere presentata e sviluppata in modo chiaro, sequenziando le varie attività dal campo alla tavola, ma dovrebbe essere importante tenere presente che l’obiettivo non è solo produrre e apprendere le tecniche di processo, ma anche stabilire un buon umore durante il lavoro.

L’igiene è molto importante come concetto e come pratica da imparare, vale a dire che, prima di mungerli, gli animali devono essere lavati accuratamente e bisogna asciugare le loro mammelle.

Questi semplici punti di partenza possono essere fondamentali per proseguire con un processo di learning by doing incentrato sul fornire al tirocinante competenze trasversali e tecniche per le attività successive.

Il bestiame che produce latte può aprire un intero mondo da scoprire guardando, ascoltando, toccando, annusando e gustando, creando così una sorta di mondo magico per il tirocinante con menomazioni.

Può essere consigliato in particolare per le fattorie sociali che possiedono una stalla con mucche, pecore o capre e che, come produzione casalinga, fanno il formaggio.

Il processo dal latte al formaggio è comunque più impegnativo rispetto alla panificazione e alla pastificazione, in quanto necessita di conoscenze e competenze tecniche più specifiche e di più attrezzature, con spazi interni dedicati alle varie fasi produttive, in cui l’igiene è legata alle disposizioni per la stagionatura, lo stoccaggio e conservabilità.

Il latte è un alimento fondamentale per la crescita dei bambini e il formaggio è molto apprezzato e popolare in tutti i paesi. Acquisire familiarità con le tecniche e le attrezzature per la produzione del formaggio può essere molto utile a scopo formativo e può dare ai tirocinanti un valore aggiunto per le opportunità di lavoro.

Come esercizio basato su un contatto amichevole con l’animale, il tirocinante imparerà a toccare e mungere delicatamente a mano, ma gli verrà anche mostrata la mungitrice per spiegargli quale è il modo moderno di mungere e quindi che c’è qualcos’altro di importante da imparare.

È importante anche far capire al tirocinante che animali diversi producono latte con caratteristiche e gusto differenti.

L’educazione al gusto è una parte importante del processo di apprendimento.

Il laboratorio normalmente utilizzato per il trattamento e la lavorazione di latte, burro e formaggio deve essere attentamente controllato secondo le norme di sicurezza alimentare (HACCP, Hazard Analysis & Critical Control Points) ma può essere adattato per svolgere laboratori pratici per tirocinanti con menomazioni.

Questo concetto si sostanzia in spazi accessibili e attrezzature confortevoli per le diverse tipologie di menomazione.

Le pratiche specifiche, come la sterilizzazione, la pastorizzazione o l’utilizzo di latte crudo per la produzione di formaggio, verranno scelte in base alla destinazione del latte e del formaggio, ai tipi di prodotti realizzati e, nel caso, in base al mercato di sbocco.

Le conserve e le confetture sono processi alimentari molto diffusi nelle fattorie sociali, basati su ricette antiche e utili per conservare e consumare frutta e verdura dopo la loro produzione stagionale.

Nonostante la facilità di produzione delle conserve, è fondamentale rispettare scrupolosamente le norme igieniche da osservare in tutte le fasi produttive e farle apprendere in sequenza dai tirocinanti.

Da questo punto di vista anche tutte le regole da osservare, la loro sequenza e la relativa analisi di controllo dei rischi e dei punti critici (HACCP) sono ottimi test per verificare abilità e capacità di esecuzione e di apprendimento.

Le operazioni e i gesti da eseguire nel rispetto delle regole mostreranno al tirocinante comportamenti corretti da comprendere e ripetere come utili esercizi di apprendimento.

L’obiettivo è potenziare l’attitudine all’apprendimento attraverso abilità mentali e manuali migliorando l’esperienza formativa dei tirocinanti all’interno di un percorso inclusivo e riabilitativo.

Le principali prescrizioni per fare conserve e confetture sono:

  • prestare attenzione alla pulizia generale e all’igiene personale,
  • astenersi dal lavoro in caso di malattie come raffreddore, influenza o altre infezioni contagiose,
  • lavarsi le mani regolarmente prima e dopo aver maneggiato i prodotti,
  • utilizzare contenitori puliti, igienizzati e sterilizzati,
  • pulire regolarmente le superfici di lavoro e le attrezzature prima e dopo l’uso,
  • pulire regolarmente il reparto di trasformazione,
  • controlli regolari dei parassiti.

Tutte queste prescrizioni saranno incluse nei gesti da compiere e ripetute dal tirocinante in condivisione di lavoro con il tutor, e verranno presentate anche attraverso immagini che mettano in sequenza il processo di lavorazione di conserve e confetture.

Un compito importante del Responsabile di Fattoria Sociale sarà l’adattamento della sala di lavorazione per:

  • prevenire gli incidenti: ovvero rimuovere regolarmente gli oggetti che non sono necessari per la lavorazione e fornire uno spazio per lo stoccaggio e condizioni di stoccaggio adeguate (temperatura e dimensioni adeguate, scaffali, ecc.),
  • una migliore accessibilità ai materiali/utensili da lavoro necessari (parola chiave: lavorare senza barriere).
  • realizzare un ambiente di lavoro motivante e che promuova la salute (ad esempio: luce sufficiente; colori brillanti e gradevoli; sedie a rotelle o altri tipi di adattamento per l’accessibilità),
  • fornire strutture di stoccaggio e spazio di stoccaggio adeguati,
  • far sì che i locali di lavorazione siano pulibili e “privi di germi” (superfici lisce e facili da pulire, evitare che ci siano fessure, ecc.).

Le ricette devono essere tracciabili e, se possibile, sempre le stesse.

Etichettatura: potrebbe essere necessario creare e stampare etichette, o farle stampare, per la vendita. Di seguito viene fornito un esempio di etichetta:

  • nome del prodotto, ingredienti, calorie e valori nutrizionali,
  • contenuto conforme all’etichettatura UE per gli allergeni,
  • logo dell’agricoltura biologica (se presente la certificazione), in base al nuovo Regolamento UE n° 2018/848 come recepito dal Regolamento UE n° 2021/1165, numero e organismo di controllo biologico e altri dettagli aggiuntivi,
  • giorni di durata della conservazione dopo l’apertura,
  • numero di lotto di produzione per la tracciabilità,
  • data di scadenza,
  • indirizzo,
  • informazioni aggiuntive, ovvero riguardanti l’agricoltura sociale.

L’uso e il controllo delle etichette dovrebbero essere effettuati dal tirocinante in condivisione del lavoro o in affiancamento con il Tutor di Fattoria Sociale.

È importante che il tirocinante comprenda l’intero processo, dalla ricetta alla preparazione, al confezionamento e all’etichettatura di conserve e confetture:

  • far bollire i prodotti da lavorare secondo la ricetta,
  • riempire con il prodotto i vasetti/vasi sterilizzati, facendo attenzione che il prodotto lavorato non si attacchi all’esterno o alla chiusura del vasetto (pulire con alcool se necessario),
  • a seconda della ricetta, sterilizzare nuovamente le conserve,
  • dopo il riempimento, richiudere subito il barattolo con il coperchio e capovolgerlo,
  • dopo che i vasetti si sono raffreddati, etichettare (vedi etichette) e riporli nell’apposita area di conservazione.

Importanti precauzioni saranno:

  • pulire e riporre strumenti/materiali non più necessari
  • tenere traccia del numero del lotto, della quantità, ecc.

Lo sviluppo del partecipante e il percorso pedagogico sono in primo piano, mentre il raggiungimento di determinate quantità di lotto non è l’obiettivo primario.

A seconda delle loro caratteristiche, prima i tirocinanti dovrebbero essere formati e quindi il loro ritmo di lavoro dovrebbe essere adattato alle loro esigenze.

La comunicazione sul lavoro da svolgere dovrebbe essere chiara e i tirocinanti dovrebbero essere resi consapevoli dei potenziali pericoli, stimolando la loro percezione individuale.

A seconda della ricetta, gli strumenti come bilance, pentole, piatti, coltelli, taglieri, setacci, scolapiatti vengono preparati e igienizzati, con un avvertimento sui potenziali pericoli (ad esempio, coltelli affilati!)

I prodotti da trasformare, nel caso di conserve o confetture la frutta o la verdura, vengono preparati:

  • lavati, asciugati, pesati,
  • gli additivi come zucchero, pectina, sale, spezie, olio, ecc. vengono prelevati e pesati.

Al termine della formazione preliminare e all’inizio della condivisione del lavoro, il tirocinante dovrebbe essere in grado di:

  • conoscere la frutta/verdura e gli ingredienti delle ricette,
  • gestire le quantità (pesare),
  • dimostrare accuratezza e concentrazione,
  • comprendere l’orientamento e l’ordine di stoccaggio,
  • essere in grado di lavorare secondo le norme igieniche,
  • riconoscere le etichette,
  • occuparsi degli strumenti ausiliari (fornello, frullatore ad immersione, ecc.),
  • spuntare le operazioni eseguite su un blocco e aggiungere commenti se necessario.

L’olio extravergine di oliva (olio EVO) è un ingrediente fondamentale della dieta mediterranea, iscritta nel 2010 nella lista rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità.

L’uso dell’olio extravergine di oliva è considerato un modello dietetico salutare che può ridurre le malattie cardiovascolari e il diabete di tipo 2 grazie alla sua composizione salutare, come affermato dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA).

Nei paesi mediterranei, dove tradizionalmente si coltivano gli ulivi, ci sono molti esempi di collocamenti riusciti di persone con menomazioni, dal campo al frantoio, passando per tutte le operazioni per ottenere olio EVO di alta qualità.

L’oliveto è un contesto verde ideale per persone con disabilità mentali e problemi sociali, che possono apprendere facilmente le principali operazioni dalla potatura alla raccolta, fino alla produzione di un olio d’oliva genuino e salutare.

Molte fattorie sociali offrono quindi questa opportunità ai loro tirocinanti.

La maggior parte delle fattorie sociali con uliveti non dispone di un frantoio, ma spesso hanno una confezione personalizzata per l’olio EVO proveniente dalle loro olive. Quindi ci sono molte opportunità per collocare persone con disabilità lungo la filiera di produzione e di vendita.

Vi sono esperienze di successo di inserimento lavorativo di persone con diversi tipi di disabilità in aziende agricole produttrici di uva e vino.

Fare vino implica un alto livello di conoscenze e abilità specifiche eppure, in base alle esperienze fatte, persone con diversi tipi di disabilità mentale possono essere formate con buoni risultati lungo tutta la filiera vitivinicola.

Sono stati osservati miglioramenti significativi con il coinvolgimento diretto in vigna nella potatura e nella vendemmia e il controllo della cantina.

Notevole è anche la convenienza per il produttore di vino come prodotto del commercio equo e solidale con un’attribuzione del rispetto delle regole di etica sociale che può essere certificata.

Alcune fattorie sociali del settore vitivinicolo hanno anche sperimentato la disponibilità dei clienti a sostenere direttamente prodotti etici ed equosolidali con finanziamenti sociali basati sulla comunità.

Il ciclo dall’uva al vino è un processo tradizionale le cui origini affondano le radici nella storia agricola dell’umanità.

I progressi compiuti per il miglioramento della qualità hanno implementato tecniche e tecnologie dal campo alla cantina.

Tutte le fasi vitali della vite e dell’uva, dalla fioritura all’allegagione in maggio/giugno, al rigonfiamento a giugno/luglio, all’invaiatura a fine luglio, all’aumento zuccherino e alla maturazione dei grappoli in agosto/settembre, sono importanti e necessitano di un controllo continuo, anche a seconda delle condizioni climatiche.

La cura del campo è un esercizio utile per coinvolgere direttamente i tirocinanti, rendendoli consapevoli dell’importanza di tutti i controlli e degli interventi necessari fino alle operazioni finali di raccolta.

Anche le analisi chimiche che portano alla decisione di vendemmiare possono essere spiegate come parte del processo tecnologico necessario per produrre un vino di buona qualità.

Il processo di vinificazione viene seguito in cantina in condizioni ambientali controllate per la trasformazione degli zuccheri in alcol e la composizione e il peso degli acidi e per lo sviluppo dei lieviti per la fermentazione e dei composti aromatici che conferiscono al vino le sue caratteristiche.

In questa fase il controllo può coinvolgere il tirocinante, che può diventare sempre più consapevole, attento e interessato a questo lavoro essenziale.

Dopo la maturazione e l’affinamento del vino in contenitori di diverso tipo, normalmente in acciaio inox per l’affinamento in ambiente anaerobico e in botti di legno, in particolare per i vini rossi, per l’affinamento e l’invecchiamento, il tirocinante può essere introdotto alla fase successiva di imbottigliamento, commercializzazione e vendita.

A seconda del tipo di materia prima, dai cereali per la birra alla mela per il sidro o alla frutta per diversi tipi di liquori, e con processi di produzione differenti, la stessa formazione passo-passo è indicata per sviluppare competenze trasversali e professionali di tirocinanti con tipi diversi di disabilità mentali.

L’agricoltura può essere definita multifunzionale quando ha una o più funzioni oltre al suo «ruolo primario di produzione di cibo e fibre».

L’agricoltura multifunzionale può essere immaginata come un prisma che trasforma un raggio di luce bianca in un raggio multicolore.

La capacità dell’agricoltura di essere multifunzionale consente agli agricoltori di ottenere un reddito aggiuntivo attraverso la diversificazione delle attività.

L’agriturismo è la forma più classica, sostenibile e collaudata di diversificazione dell’agricoltura multifunzionale e può essere strettamente collegata anche alle fattorie sociali, fornendo alloggio e altre tipologie di servizi agrituristici.

Una fattoria sociale può quindi comprendere l’alloggio per gli ospiti, la ristorazione e altri servizi che possono coinvolgere persone con disabilità di diverso tipo, formandole per svolgere compiti compatibili con i loro interessi, le loro abilità e la loro capacità di adattamento.

L’agriturismo è un motore economico e culturale di sviluppo rurale ad alto valore aggiunto dato anche dal recupero e restauro delle proprietà immobiliari rurali tradizionali.

Ciò include anche la cura dei giardini, dei parchi e dei sentieri che fanno parte degli spazi agrituristici offerti ai clienti.

Le persone con diversi tipi di disabilità possono essere addestrate a curare gli spazi interni ed esterni e ad occuparsi delle esigenze dei clienti.

Anche la descrizione di un piatto della tradizione al cliente può essere perfettamente appresa dal tirocinante come un racconto che arriva dal campo alla cucina attraverso la tradizione, la cultura gastronomica contadina e locale.

Il percorso formativo può essere lungo ma i risultati in termini di autostima e competenza acquisita possono essere sorprendenti e duraturi.

Gli animali della fattoria, come galline, conigli, pecore, capre, maiali, mucche e vitelli, cavalli, asini, ecc., sono importanti per l’ambiente rurale e per il tempo libero (come, ad esempio, l’equitazione), ma anche come metodo per la pet therapy e l’ippoterapia.

I tirocinanti della fattoria sociale sono spesso molto interessati, riescono bene e sono appassionati di gestione degli animali e, quando diventano esperti, danno con orgoglio i loro consigli ai clienti su come comportarsi con loro.

Questo approccio è molto pratico ed efficace per un metodo learning-by-doing, ma dovrebbe essere adattato e misurato passo dopo passo a seconda del tipo di persone a cui è rivolto.

L’agriturismo offre quindi molte opportunità di percorsi riabilitativi personalizzati per persone con disabilità mentali o problemi sociali di vario genere ed è allo stesso tempo una buona opportunità di reddito per la fattoria sociale.

Dalla terra si possono raccogliere anche legno, argilla, paglia e fibre tessili, materiali naturali che possono essere raccolti e utilizzati per l’artigianato creativo nei laboratori della fattoria, in particolare nella stagione autunnale e in quella invernale, quando le giornate iniziano ad essere più piovose e corte e il tempo può essere speso/occupato lavorando all’interno.

Gli spazi dei laboratori devono essere adattati secondo criteri di «Universal design» con attenzione al comfort e alla tranquillità e occorre concentrarsi su un programma di attività pianificato in base all’interesse e alle capacità del tirocinante.

I posti a sedere ed i materiali devono essere forniti in quantità a seconda del numero dei partecipanti e del tipo di lavori previsto.

Sarà pianificato un intero ciclo da svolgere nella fattoria sociale all’interno di un calendario basato sulla stagionalità delle attività al chiuso e all’aperto con obiettivi e traguardi che uniscano in parallelo corsi sul campo e laboratori.

In caso di disponibilità di equini per l’ippoterapia come trattamento terapeutico scelto della famiglia e previo parere favorevole dei servizi socio-sanitari, anche questa attività sarà programmata presso la fattoria sociale, nel recinto interno o esterno e nella stalla per la cura degli animali, in base alla stagionalità e alle condizioni meteorologiche.

In una fattoria sociale anche il riciclo dei rifiuti può essere un buon modo per apprendere utili questioni ambientali e una buona pratica per agire all’interno di un concetto di economia circolare.

In agricoltura, i materiali riciclati possono essere utilizzati per fare il compost, mescolando i residui biologici tritati della potatura o della raccolta con liquami animali, per fertilizzare e rigenerare il terreno.

Alcuni altri materiali possono essere riciclati stimolando la fantasia dei tirocinanti a realizzare le loro creazioni da ciò che può essere recuperato da attrezzi rotti e normalmente destinato allo spreco.

Anche le fonti di energia rinnovabile sono un ambito da includere in un modo di pensare responsabile che può essere attraente per le persone con menomazioni, stimolando la loro sensibilità verso l’ambiente e spingendole a occuparsi dii questa questione.

I materiali da costruzione rinnovabili possono essere un corso learning-by-doing di successo, attraverso la partecipazione alla creazione di pannelli di argilla e paglia. Per gli edifici agricoli a basso impatto vedere https://www.youtube.com/watch?v=z8L4q6DJpQo&t=125s

Le aree rurali sono ambienti ideali per il turismo attivo e gli agriturismi possono offrire alloggio, ristorazione e riposo negli spazi interni ed esterni.

Alcuni agriturismi forniscono servizi per il benessere, come piscine e SPA, massaggi e trattamenti benessere per il corpo, ma più importanti i servizi offerti sono le attività all’aria aperta.

Trekking, hiking, mountain bike, equitazione sono le più apprezzate tra le attività all’aperto e ricreative.

È quindi importante fornire ai clienti tutte le informazioni, i servizi e l’assistenza necessari.

Le persone con menomazioni possono essere addestrate ad occuparsi delle informazioni e a prendere appunti delle esigenze dei clienti.

Gli spazi interni sono ispirati a criteri di accessibilità e relax per tutti.

Una speciale progettazione degli spazi dovrebbe favorire l’accoglienza delle persone con disabilità e/o menomazioni e delle loro famiglie.

Camere da letto, soggiorni, cucina, ristorante e bagni devono basarsi sulle raccomandazioni dell’Universal design, senza limiti di accessibilità e offrendo servizi igienici individuali e spazi comuni da condividere.

I laboratori al chiuso dovrebbero essere progettati pensando anche alle esigenze speciali degli ospiti con disabilità mentali o mobilità ridotta, in modo che si possano trovare spazi adattati e confortevoli per tutti.

Immagini significative che rappresentano azioni da compiere e che ricreano situazioni quotidiane e familiari possono essere utili per le persone con disturbi mentali, rassicurandoli con immagini di contesti a loro usuali.

Gli spazi sportivi al coperto sono molto importanti per il tempo libero e dovrebbero essere progettati e attrezzati secondo gli stessi criteri di facile accesso e ambiente sicuro e accogliente per tutti.

5. VALUTAZIONE DEL LAVORO IN FATTORIA SOCIALE E BILANCIO DELLE COMPETENZE

L’approccio adottato (Pavoncello, 2018) vede l’Agricoltura Sociale, attraverso l’implementazione di buone pratiche, non solo come benefica per lo sviluppo economico locale, ma anche come promotrice di:

  • Inclusione sociale di persone svantaggiate
  • Miglioramento della qualità della vita attraverso percorsi personalizzati

Per lavorare in modo efficiente, in una realtà così complessa e multidimensionale, una fattoria sociale ha bisogno di un responsabile che sia in grado di integrare varie professioni specializzate in un gruppo di lavoro in cui ognuno pratica e condivide le proprie competenze.

Il Responsabile di Fattoria Sociale assicura che tutte le attività messe in atto dai professionisti all’interno della rete della fattoria sociale siano orientate al raggiungimento degli stessi obiettivi.

Il successo di un Responsabile di Fattoria Sociale dipende anche dalla sua capacità di:

  • üessere parte di
  • muoversi all’interno di

ogni sottosistema che costituisce la Fattoria (Minuchin, 1974), in quanto ascoltando, interpretando e moderando le richieste e le difficoltà provenienti dai vari sottosistemi, monitora anche il processo verso il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Una fattoria sociale non è mai un contesto isolato, ma è parte di un più ampio sistema integrato (Bronfenbrenner, 1979) in cui costantemente avvengono degli scambi.

Da qui l’altra grande responsabilità del Responsabile di Fattoria Sociale: l’interazione e gli scambi con il mondo esterno da cui la fattoria sociale prende ma, grazie alle buone pratiche, a cui anche restituisce qualcosa di trasformato in meglio.

Ma come valutare l’efficienza e l’efficacia di una fattoria sociale dal punto di vista di un Responsabile di fattoria Sociale?

La Fattoria Sociale è un ambiente ben noto che ospita e coinvolge persone con diversi tipi di vulnerabilità: da disabilità e disturbi cognitivi, affettivi, interpersonali a svantaggi socio-economici.

In questo contesto, è della massima importanza offrire un percorso personale su misura che consideri, oltre alla menomazione che colpisce l’individuo, la sua storia di vita unica, impegnandosi in una relazione di fiducia con la persona direttamente coinvolta, tanto quanto con la rete a cui l’individuo è connesso.

Secondo l’approccio del recupero personale (Anthony, 1993), il miglioramento della qualità della vita non si realizza soltanto con migliori esiti clinici, ma principalmente come un’esperienza profondamente soggettiva di benessere che la persona percepisce dopo un percorso, come un nuovo modo di essere e con un nuovo equilibrio.

La qualità della vita, da questa prospettiva, è definita da altri costrutti, ad esempio:

  • benessere mentale
  • autoefficacia
  • autostima
  • senso di appartenenza
  • diminuzione delle emozioni negative

Per raggiungere questi obiettivi, è importante progettare un percorso di recupero che consideri le capacità reali e potenziali, diverse dalle aspettative e dalle ambizioni.

Anche se il soggetto avrà bisogno di supporto e guida, è fondamentale identificare i punti di forza, poiché sono le componenti più importanti del recupero personale. Essi funzionano come un innesco per la motivazione, facendo credere alla persona di essere la protagonista del miglioramento.

La valutazione di un percorso di recupero personale appare come un processo che parte da un gruppo di lavoro di professionisti che condividono le loro capacità e competenze:

  • Individuo
  • Famiglia
  • Servizi socio-sanitari
  • Personale della fattoria sociale

per creare un efficace programma personalizzato su misura in base alle esigenze della persona. Quindi si prosegue con un costante monitoraggio del processo attraverso una valutazione sistematica dei punti di forza e delle difficoltà lungo il percorso.

In questo scenario è molto importante che il Responsabile di Fattoria Sociale sia consapevole di ogni progresso individuale e sia pronto, se necessario, a riformularlo dopo una nuova valutazione fatta dal gruppo di lavoro che guida.

Il processo di recupero che accompagna l’individuo lungo il percorso di inclusione sociale implica, per la sua natura dinamica, un’evoluzione della persona, incoraggiata dall’interazione di fattori esterni e interni

Solitamente il Tutor di Fattoria Sociale è un dipendente della fattoria così come può esserlo anche l’Educatore di Fattoria Sociale, ma quest’ultimo più frequentemente è inviato da una cooperativa sociale o direttamente dai servizi socio-sanitari; entrambi interagiscono quotidianamente con i tirocinanti/utenti.

Queste due figure lavorano insieme all’interno della fattoria – con forza, creatività e coraggio (Zampetti & Sabatini Scalmati, 2014) – applicando le loro conoscenze specifiche e svolgendo compiti diversi, ma sono l’unione delle loro competenze e gli obiettivi comuni condivisi che favoriscono lo sviluppo delle competenze trasversali e tecniche dell’individuo.

Anche se lo scambio di opinioni tra le diverse figure professionali all’interno della fattoria sociale rimane una delle pratiche più efficaci per individuare la soluzione migliore per ogni individuo, il ruolo dell’Educatore di Fattoria Sociale è cruciale.

Le competenze acquisite attraverso la sua formazione specifica in combinazione con l’esperienza maturata lavorando con persone svantaggiate possono garantire risultati di successo.

Incontri sistematici tra educatori sociali e professionisti della salute mentale, come psicologi, psichiatri e assistenti sociali, sono altamente raccomandati come parte del programma.

I confronti programmati sono infatti utili per il benessere della persona in quanto, unendo le loro competenze, queste figure professionali possono costruire un percorso individuale e su misura molto efficiente:

  • I professionisti della salute con valutazioni periodiche (ad es. interviste e test),
  • Gli Educatori Sociali con le loro abilità educative (osservazione e interazione quotidiane).

Il Tutor di Fattoria Sociale e il Responsabile di Fattoria Sociale riferiranno costantemente lo stato dell’arte del lavoro svolto con il tirocinante e i risultati raggiunti.

Questa valutazione in corso d’opera ha un’importanza cruciale per testare il programma personalizzato di fattoria sociale e identificare le lacune, se presenti, e gli aggiustamenti necessari.

Il processo di valutazione sarà condiviso con l’Educatore, ovvero la persona assegnata dalla cooperativa sociale o direttamente dal servizio socio-sanitario, incaricato di assistere il programma di inclusione del tirocinante nella fattoria di cura.

Un rapporto settimanale sui progressi sarà condiviso con i servizi socio-sanitari fornendo a psichiatri e psicologi tutte le informazioni dettagliate sul lavoro svolto e sui benefici o i problemi riscontrati durante il collocamento.

Questo è un punto cruciale per avere una corretta valutazione che può essere utilizzata anche per pianificare programmi più generali implementati per specifiche categorie di menomazione o disturbo e focalizzare meglio i bisogni formativi.

Le famiglie sono coinvolte in tutte le fasi e in tutti i rapporti legati all’inserimento e ai programmi delle fattorie sociali, in collaborazione con i servizi per l’impiego e i servizi socio-sanitari.

Il Responsabile di Fattoria Sociale è quindi responsabile anche di questo aspetto delicato, in stretta collaborazione con l’Educatore di Fattoria Sociale che segue l’inserimento.

Sebbene i programmi di inserimento assistito possano essere inizialmente costosi, hanno consentito a persone che non hanno mai avuto un lavoro, o che hanno avuto brutte esperienze di collocamento, di trovare un ambiente equilibrato e amichevole.

Nei confronti delle famiglie, il Responsabile di Fattoria Sociale avrà il compito di riferire sui progressi compiuti sia in termini di adattamento al nuovo ambiente e alle persone incontrate, sia riguardo alle conoscenze e alle competenze acquisite.

Le famiglie sono spesso organizzate anche in associazioni e contribuiscono a diffondere il ruolo della fattoria sociale come luogo migliore dove la riabilitazione può essere coniugata con l’inclusione e l’autostima acquisita dai tirocinanti.

Gli incontri organizzati con le famiglie e le associazioni delle famiglie sono molto importanti per stabilire buone relazioni e fiducia reciproca.

Il Responsabile di Fattoria Sociale presenterà obiettivi e traguardi delle attività svolte in collaborazione con i servizi socio-sanitari e i servizi per l’impiego e delineerà i programmi futuri stimolando il confronto con le famiglie e i tirocinanti.

Inoltre, in collaborazione con l’Educatore di Fattoria Sociale responsabile delle relazioni individuali sulle attività e il Tutor incaricato dell’adattamento delle attività quotidiane, il Responsabile di Fattoria Sociale organizzerà degli incontri individuali con le famiglie incentrati su percorsi specifici, potenziali problematiche da affrontare o sessioni speciali suggerite per soddisfare le esigenze del tirocinante,.

Il Responsabile di Fattoria Sociale può dunque fungere da punto di raccordo tra le famiglie e i servizi socio-sanitari durante il percorso riabilitativo del tirocinante.

Il Responsabile di fattoria Sociale può essere definito come una persona responsabile della pianificazione e della gestione di un programma di agricoltura sociale.

La soddisfazione del cliente misura il modo in cui i prodotti o i servizi forniti soddisfano le aspettative.

Empatia è la capacità di comprendere e condividere i sentimenti di un altro.

I servizi per l’impiego sono uffici incaricati di trovare lavoro per i disoccupati.

Il diagramma di Gantt è un tipo di calendario a barre che illustra la pianificazione di un progetto.

L’espressione Green Care si riferisce a un ambiente naturale favorevole alla cura di persone con bisogni particolari.

Learning-by-doing è una metodologia educativa basata sull’apprendimento pratico.

L’espressione bisogni particolari si riferisce ad esigenze educative dovute a difficoltà di apprendimento o disabilità.

Pet-therapy e ippoterapia si riferiscono alle Terapie Assistite con gli Animali, con animali domestici o equini.

Il Portfolio di evidenze è una vetrina delle competenze e dei lavori realizzati.

La gestione del rischio è la previsione e la valutazione dei rischi potenziali insieme all’identificazione di procedure per evitare o minimizzare il loro impatto.

L’autostima è una valutazione emotiva soggettiva complessiva del proprio valore

Le cooperative sociali sono società dedite a fornire servizi e lavoro a persone con bisogni particolari, come ad esempio persone con handicap fisici o mentali o problemi sociali.

L’educatore socio-sanitario può essere definito come un dipendente dei servizi socio-sanitari o di cooperative specializzate nell’assistenza a persone con bisogni particolari.

I servizi socio-sanitari sono strutture pubbliche preposte all’assistenza sociale e medica.

La riabilitazione sociale è un processo volto ad includere le persone svantaggiate nella società.

L’ampliamento dello spazio è definito da psichiatri e psicologi come l’opportunità data alle persone con disturbi socio-sanitari di sperimentare contesti non ospedalieri.

L’Universal design (progettazione universale) è la progettazione di edifici, prodotti o ambienti per renderli accessibili a tutte le persone, indipendentemente dall’età, dalla disabilità o da altri fattori.

Persone vulnerabili: persone con punti deboli o svantaggi.

Il work-shadowing (affiancamento sul lavoro) è un’esperienza formativa basata sull’esecuzione di un lavoro insieme e con la supervisione di una persona in possesso di perizia completa di una specifica competenza professionale

 

 

Anthony, W.A. (1993). Recovery from Mental Illness: The Guiding Vision of the Mental Health Service System in the 1990s, Psychosocial Rehabilitation Journal, 16(4), 11-23.

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Social farming in Austria https://www.greencare.at/

Social farming in Italy https://www.forumagricolturasociale.it/

Social farming in the Netherlands https://www.zorgboeren.nl/

Social farming in Spain https://socialfarmingspain.wordpress.com/

Social farming in Turkey https://www.rehabilitasyon.com/

Module 2: Social Farm Manager
Index

1. Introduzione alla gestione delle fattorie sociali
1.1 Il Responsabile di Fattoria Sociale

2. Adattare un’azienda agricola all’agricoltura sociale
2.1 Adattamento e tipi di menomazione
2.2 Adattamento e tipi di abilità

3. Pianificazione dell’Agricoltura Sociale
3.1 Gestione della Fattoria Sociale: una visione socio-economica e finanziaria
3.2 Gestire la pianificazione delle fattorie sociali con i servizi socio-sanitari
3.3 Condividere la pianificazione della fattoria sociale con il Tutor di Fattoria Sociale
3.4 Creazione di percorsi di fattoria sociale inclusivi e personalizzati

4. Programmi di agricoltura sociale in campo ed in laboratorio
4.1 Tipi di attività di fattoria sociale sul campo e di laboratorio
4.2 Cura degli animali da cortile e attività e terapie assistite con gli animali
4.3 Laboratorio di cura delle colture da campo e in serra
4.4 Laboratorio di cura dell’orto e orticoltura
4.5 Laboratori di trasformazione alimentare della fattoria sociale dal campo alla tavola
4.6 Gestire un agriturismo di fattoria sociale
4.7 Laboratori di fattoria di lavori pratici e artigianali
4.8 Spazi interni ed esterni della fattoria destinati al relax

5. Valutazione del lavoro in fattoria sociale e bilancio delle competenze
5.1 Valutazione di percorsi di fattoria sociale inclusivi e su misura
5.2 Riadattamento del Piano Individuale
5.3 Il Lavoro della Triade della fattoria sociale e i servizi socio-sanitari
5.4 Rapporti con le famiglie e condivisione dei risultati

Glossary

Bibliography

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